Per gli europei studiare a Londra ora costa il doppio e per questo i giovani italiani farebbero bene laurearsi nei nostri atenei che rimangono ancora tra i migliori del mondo. ecco

Cosa cambia con la Brexit
Con l’uscita dall’Unione europea, il governo di Londra, come è noto, ha deciso di ritirarsi dal programma Erasmus. Ma per gli universitari europei nel Regno Unito il cambiamento maggiore (e peggiore) della Brexit riguarda il portafoglio: per loro, infatti, non varrà più lo status da stranieri “privilegiati” riconosciuto ai cittadini Ue finora, status che gli ha permesso di pagare rette annuali (e altre spese connesse) alla stregua degli studenti di Sua Maestà. Lo status adesso sarà quello di studenti di Paesi terzi (“overseas”), che significa costi più che raddoppiati. E per gran parte di loro, secondo quanto affermano i promotori della campagna SaveEUStudents, questo si tradurrà in un addio ai prestigiosi atenei britannici.

Le nuove regole
Prima del divorzio tra Londra e Bruxelles, i cittadini comunitari che decidevano di studiare nel Regno Unito erano facilitati rispetto a quelli provenienti da Paesi terzi e potevano godere in tutto e per tutto dello stesso “status” degli universitari inglesi. Oltre all’assistenza sanitaria gratuita potevano risiedere nel Paese senza necessità di visto e chiedere un prestito universitario (prestito d’onore), un finanziamento che copre il costo del corso di studi che lo studente deve rimborsare solo dopo aver finito l’università e non prima di aver trovato un lavoro, tra l’altro in piccolissime rate mensili. Ma la decisione di Londra di uscire dall’Ue ha cambiato le carte in tavola.

Secondo le nuove regole, gli europei saranno considerati alla stregua di tutti gli altri stranieri. Per questo saranno soggetti a una retta universitaria più alta (che passa in alcuni casi da 9mila a 21mila sterline all’anno), e gli europei non potranno più fare richiesta per ottenere il prestito d’onore. Inoltre, gli studenti comunitari avranno bisogno di un visto studentesco, come tutti gli altri stranieri, il cui costo si aggira attorno alle 348 sterline, e dovranno pagare di tasca propria per avere l’assistenza sanitaria, che per un anno costa all’incirca 470 sterline.

Addio all’Erasmus
Le nuove disposizioni verranno applicate soltanto ai nuovi studenti che intendono trasferirsi in Regno Unito in quanto, secondo gli accordi raggiunti da Londra e Bruxelles, tutti quelli che si sono recati sull’isola prima di quest’anno, quando la Brexit è diventata effettiva, potranno manterere per un periodo di tempo gli stessi diritti che avevano quando la Londra faceva ancora parte dell’Unione. Il governo inglese ha deciso anche di interrompere la partecipazione al programma Erasmus+ nonostante le pressioni da parte della Scozia. Una volta finito l’attuale ciclo già finanziato, non si potrà più fare domanda per parteciparvi e per gli inglesi ed europei finisce l’era degli scambi universitari finanziati dall’Ue (restano nel programma però i nord-irlandesi). Londra ha pensato ad un progetto sostitutivo, che prenderà il nome dal pioniere dell’informatica britannico Alan Turing, ma selezionerà solo alcune università specifiche, e non si sa anchora se tra queste ce ne saranno alcune italiane.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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