“Io non ho riflettuto, perché se avessi riflettuto non lo avrei fatto. Ho agito di impulso”. Sono queste le parole dette dal 17enne – arrestato per la strage in famiglia di Paderno Dugnano – al suo avvocato Amedeo Rizza, che questa mattina lo ha incontrato al carcere minorile Beccaria di Milano, dove il giovane è detenuto da domenica scorsa. “Lui – ha spiegato il legale – è dispiaciuto non per sé, perché sa che dovrà affrontare una situazione carceraria, ma per le vite che non ci sono più, perché adesso lo capisce”. Il ragazzo ha ucciso prima il fratello di 12 anni, poi la madre e il padre con decine di coltellate: secondo alcuni quotidiani, sono 68 le ferite in totale trovate sui corpi dopo un primo esame del medico legale e in attesa degli esiti degli esami autoptici non ancora fissati. “Quando avevo il coltello in mano ho iniziato, e da lì ho deciso di non fermarmi perché pensavo che sarebbe stato peggio. Non ricordo quante coltellate ho dato a mio fratello, erano tante”, avrebbe detto il giovane secondo Il Corriere della Sera. E in merito al numero di coltellate, l’avvocato ha aggiunto: al momento del delitto “non si è reso conto. Sono tante, sì. Anche quello potrebbe rappresentare il fatto che non era in sé. Dipende da come si legge la questione”.

Il 17enne, intanto, ha chiesto nuovamente di poter incontrare i parenti: “Ha chiesto dei familiari, che in questo momento sono i nonni, la zia, e di quando potrà avere un colloquio con loro. Dopo la decisione di convalida di domani, potrà”, ha chiarito il suo legale. E il nonno materno ha fatto sapere: “Non lo abbandoneremo mai, gli staremo sempre vicino”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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