Steve McCurry e’ uno dei piu’ grandi maestri della fotografia contemporenea, punto di riferimento di un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, si riconoscono.
Molte delle sue immagini sono diventate delle vere e proprie icone, conosciute in tutto il mondo, a partire dalla ragazza afghana.
La sua arte fotografica mostra il suo impegno “senza confini”, nei luoghi del mondo dove si accendono i conflitti e si concentra la sofferenza di chi e’ costretto a fuggire dalle proprie terre.
Tema questo, ora di grande attualita’, e che Steve McCurry indaga fin dalla fine degli anni ’70.
Nel suo vasto e affascinante repertorio di immagini, in cui la presenza umana e’ sempre protagonista.
Dal 21 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 il fotografo torna nella citta’ di Forli con una nuova personale dedicata al CIBO , presentata in prima mondiale proprio nel complesso museale del San Domenico e sara’ ospite d’onore del Festival del Buon Vivere che Forli’ ospita dal 21 al 29 settembre.
La mostra è composta di 80 immagini, molte inedite, e tratta il tema del Cibo.
Si fa racconto fotografico sul cibo come elemento universale, pur cosi’ diverso da paese a paese, un giro del mondo sui modi di produrlo, trasformarlo e consumarlo, ne mette in evidenza il suo valore, si fa attento al non spreco e alla cultura, a cui il cibo ci rimanda, essendo esso stesso ponte di conoscenza tra i popoli.
Attraverso la metafora del cibo Petrarca e Macchiavelli ci ricordavano che la natura umana e’ frutto di unita’ tra corpo e spirito: nutrire il corpo senza nutrire lo spirito significa inaridire l’umanita’.
Il cibo diventa cosi’ metafora anche della crescita spirituale, culturale e civile.
Nel bellissimo libro di Marguerite Yorcenar “Le memorie di Adriano”, che mi ha accompagnato nel corso della mia formazione di studentessa universitaria, Adriano riflette sulla costruzione materiale e metaforica: ….“fondare biblioteche, e’ come 1costruire granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito, che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire…”
Parole sante, in questi nostri “tempi liquidi”, che possono orientare scelte giuste verso la cultura!
A cura di Sandra Vezzani editorialista