Stefano Bollani

In questo mio nuovo articolo vi parlo oggi di un musicista, un pianista che ha saputo trasmettere la passione per la musica alle persone e agli appassionati.

Una persona di carattere, eclettico che ha saputo infondere l’interesse per un genere musicale, quale è la Musica Jazz.
Stefano Bollani vanta collaborazioni con tanti compositori americani, da Gato Barbieri, Chick Corea, Chano Dominguez, Bill Frisell, Sol Gabetta, Richard Galliano, Gabriele Mirabassi, Egberto Gismondi, Lee Konitz, Bobby McFerrin, Pat Metheny, Gonzalo Rubalcaba.
Inoltre ad un lungo sodalizio con il trombettista Enrico Rava, insieme a lui ha inciso più di quindici dischi.

Si è inoltre esibito con numerose orchestre sinfoniche, tra le quali la Filarmonica della Scala, all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma la Gewandhaus di Lipsia, la Concertgebouw di Amsterdam, l’Orchestre de Paris, la Toronto Symphony Orchestra e con direttori come Riccardo Chailly, Daniel Harding, Kristjan Jòrvi, Zubin Mehta, Gianandrea Noseda e Antonio Pappano.
Numerose sono state le sue esibizioni con artisti di Musica Leggera e le sue partecipazioni in campo radiofonico e televisivo, dove ha poi ricoperto il ruolo di conduttore.

Stefano Bollani nasce a Milano nel 1972, si trasferisce fin da piccolo a Firenze con i genitori dove studia il pianoforte all’età di sei anni e già a quindici anni inizia ad esibirsi in modo professionale. Contemporaneamente studia con Luca Flores, Mauro Grossi e Franco D’Andrea e nel 1993 si diploma al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze sotto la guida del Maestro napoletano Caggiula, allievo di Paolo Denza.
Dopo una breve esperienza come turnista nel mondo della Musica Leggera, Stefano Bollani collabora con Raf, Jovanotti e nella formazione rock, La Forma, che comprendeva anche Irene Grandi e Marco Parente, a partire dalla metà degli anni Novanta si afferma come musicista di Musica Jazz. In questo contesto è fondamentale l’incontro con il trombettista Enrico Rava, che lo chiama al suo fianco nel 1996, insieme a lui tiene centinaia di concerti in tutto il mondo e produce opere discografiche, a partire da “Certi Angoli Segreti“, “Rava Plays Rava“, e “Shades of Chet“.

Bollani inizia inoltre a suonare regolarmente con alcuni dei più importanti jazzisti italiani, da Paolo Fresu, a Roberto Gatto, ed Enzo Pietropaoli.
Nel 1998, insieme al cantautore Massimo Altamare, incide la sua prima opera discografica, “Gnosi Fànfoli“, su testi dell’omonimo libro di Fosco Maraini. Nello stesso anno il pianista partecipa a “TunderLee for Chet” – la prima delle sue numerose esperienze discografiche con il sassofonista statunitense Lee Konitz – e in questo contesto vince il premio della rivista Musica Jazz come migliore nuovo talento.

L’anno seguente Bollani pubblica due nuovi dischi: “Mambo Italiano“, opera, realizzata insieme a uno dei suoi partner più fidati, il contrabbassista Ares Tavalozzi ex degli Area, e l’orchestra del Titanic, con la formazione omonima che, accanto al pianista, comprende Antonello Salis, Riccardo Onori, Raffaello Parenti e Walter Paoli. Inoltre assieme ai solisti dell’Orchestra della Toscana, prende parte ai “Passatori”, opera discografica del fisarmonicista Richard Galliano. Le collaborazioni per Stefano Bollani non si limitano però all’ambito della Musica Jazz, come testimonia l’opera discografica “Abbassa la tua Radio” pubblicata nell’anno 2000. In questo lavoro partecipano musicisti che hanno incrociato più volte il loro percorso artistico con Bollani: Barbara Casini, Irene Grandi, Elio, Marco Parente, Beppe Servillo, oltre ad Enrico Rava, Roberto Gatto e Javier Girotto. Lo stile ecclettico e votato all’improvvisazione di Bollani lo porta a cimentarsi con i progetti più disperati, lavora come produttore artistico al disco di Bobo Randelli, “Disperati, Intellettuali, Ubriaconi”, vincendo anche il Premio Ciampi per gli arrangiamenti.

La sua attività discografica prosegue con un suo lavoro discografico, “Cantata per Pastori Immobili”, spettacolo per quattro voci su testi dell’attore David Riondino, il pianista poi suona con gruppi come La Banda Osiris e la Bandabordò, inoltre lavora alle realizzazioni di colonne sonore di compositori come Riz Ortolani e Giovanni Nuti, inoltre affianca protagonisti storici della Musica Leggera Italiana come Massimo Ranieri.
Si esibisce poi al Festival della Canzone Italiana di Sanremo come ospite accompagnando al piano Johnny Dorelli, nel brano “Meglio Cosi”, il pianista milanese ritorna a Sanremo accompagna questa volta il cantante brasiliano Gaetano Veloso.

Stefano Bollani non si ferma i suoi progetti sono tutti calcolati, intanto vi è il sodalizio con il trombettista Enrico Rava.
Insieme a lui Bollani progetta e firma, tra gli altri le opere “Montrèal Diary, “Tatì”, “The Third Man” e “New York Days” e partecipa a registrazioni e tournée Internazionali che lo vedono suonare con musicisti come Gianni Basso, Gianluca Petrella, John Abercromble, Jaff Ballard, Larry Grenadier, Paul Motion, Mark Tunner, Phil Wood, Gato Barbieri e Pat Metheny. Di prestigio sono anche gli incontri del musicista milanese, dal 2003 al 2006, quando incide quattro long playing per l’etichetta francese Label Bleu. Inaugura così la serie Les Fleurs Bleus, ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore Raymond Queneau e registrato, con Scott Colley e Clarence Peen. Segue poi “Smat Smat“, progetto discografico che viene segnalato dalla rivista inglese Mojo come uno dei migliori dell’anno che contribuisce alla conquista del Premio Carosone.

Inoltre alla sua attività di artista, di prestigio sono gli incontri con la cantante russa Soyncho Namçylak, in “Who Stale the Sky?” e con Hector Zazau che lo chiama a suonare in “Strong Currents”, tra gli ospiti di questo progetto discografico e in concerto live, anche gli artisti: Laury Anderson, Jane Birkin e Ryulchi Sakamoto. Le produzioni discografiche per Bollani non si fermano, progetta altri lavori e l’anno 2004 – culmina con il “New Star Award“, premio importante per il pianista milanese, che viene assegnato dalla rivista giapponese “Swing Journal”, premio assegnato per la prima volta a un musicista non statunitense. Dopo questo importante premio Stefano Bollani progetta e registra l’opera discografica “Concertone“, con l’Orchestra Sinfonica della Toscana, per il pianista è la prima esperienza assoluta, con la direzione del Maestro Paolo Silvestri; su queste musiche il coreografo Mauro Bigozetti realizza un balletto per la Compagnia Stuttgart Ballet. Chiude la serie di progetti “I Visionari“, album realizzato con la Bollani Band, formata da Mirko Guerrini, Nico Gori, Ferruccio Spinetti e Cristiano Calcagnile, con le partecipazioni speciali di Mark Feldman, Paolo Fresu e Pietra Mangoni.

Contemporaneamente l’etichetta Venus Records Japan pubblica quattro opere progettate dal Stefano Bollani Trio, formazione composta dal musicista milanese, dal contrabbassista Ares Tavolazzi e dal batterista Walter Paoli, con questa formazione produce cinque opere discografiche: “Black and tan Fantasy”, “Volare”, “Falando de Amor”, “Ma l’Amore No” e “I’m in the Mood for Love“. In parallelo Bollani avvia un’intensa collaborazione con il batterista Morten Lund, insieme a cui formerà il “Donish Trio”. In tre anni di sua intensa attività artistica per il pianista milanese vengono prodotti, per label Stunt, le opere discografiche, “Mi ritorni in mente”, “Close to you”, con la cantante danese Katrine Madsen e “Gleda Songs from Scandinavia”, seguirà un’altra opera discografica per la label tedesca ECM “Stone in the Water”.

Cruciale nella carriera dell’artista milanese è la pubblicazione di un opera discografica che lo vede solista, solo davanti al pianoforte, un progetto che la rivista italiana Musica Jazz lo premia come miglior disco dell’anno e nomina Bollani il musicista dell’anno 2006 e che il riconoscimento si ripete anche nel 2010, ottenendo l’ambito premio. Particolarmente significativo in cui si mette alla prova nel repertorio classico, insieme alla Filarmonica Novecento del Teatro Reggio di Torino diretto dal Maestro Jan Latham-Koening, registrando il “Concert Champètre“, “Les Animaus Modeles” e le “Improvvisazioni 13 e 15” del compositore Francis Poulenc. Pochi mesi da questo progetto, viene prodotto l’opera discografica “Bollani Carioca”, lavoro di grande successo internazionale per il pianista milanese, che si immerge nella musica brasiliana, questa produzione è realizzata insieme a importanti artisti brasiliani, da questo tournée verranno poi prodotti un DVD e il Blueray Disc, dal titolo “Carioca Live”, editi dall’etichetta “Ermitage” e prodotti dal produttore Gianni Salvioni, con cui Bollani aveva già realizzato il disco “Abbassa la tua Radio” e la rimusicazione del film muto “Come Vinsi la Guerra” dell’attore e regista Buster Keaton.

Nel 2007, Bollani suona un pianoforte a coda in una favela di Rio de Janeiro: un impresa riuscita in precedenza solo al cantante e pianista brasiliano Carlos Antoni Jobim. In questo stesso anno il pianista vince l’Haus Koller European Jazz Prize, come migliore musicista europeo e viene inserito nella rivista americana “All About Jazz”, nell’elenco dei cinque più importanti musicisti dell’anno, insieme ai musicisti americani: da Dave Brubeck, Ornette Coleman, Charles Mingus e Sonny Rollins. Sempre attivo mai domo di progetti, proseguono per l’artista milanese, le incursioni della Canzone Italiana, con omaggi discografici all’indimenticabile Luigi Tenco e al produttore e autore Sergio Bardotti e le partecipazioni ad album del cantante Samuele Bersani, Claudio Baglioni e, più tardi a Daniele Silvestri e Fabio Concato. La collaborazione più rilevante del periodo è però quella avviata nell’anno 2009, con uno dei maggiori pianisti della storia del jazz contemporaneo, il pianista italo-americano Chick Corea, insieme in duo a cui Bollani propone un progetto pianistico senza precedenti in concerti in varie parti d’Italia e alla rassegna Umbria Jazz Winter 2010. Da questo importante progetto verrà poi prodotto anche un’opera discografica dal titolo, “Live in Orvieto”.

Nello stesso anno il Berklee Collage of Music di Boston, con sedi anche in Italia, assegna a Bollani la Laurea Honoris Causa, nell’importante riconoscimento si segnala per i meriti musicali del pianista per i successi e le opere che anche in campo di Musica Classica a saputo trasmettere e fare apprezzare al vario pubblico che lo segue. Nel settembre del 2010, per l’etichetta di Musica Classica Decca Records, esce una nuova produzione della Rhapsody in Blue del compositore statunitense George Gershwin il Concerto in Fa il pianista era accompagnato dalla grande orchestra, la Gewandhaus – orchestra di Lipsia, diretto dal direttore d’orchestra italiano Riccardo Chailly. La Rhapsody in Blue concerto in fa viene eseguita per pianoforte e Jazz Band, sull’arrangiamento del direttore di big band, il Maestro statunitense Paul Whiteman insieme al brano “Rialto Ripples“.

Il lavoro discografico entra direttamente all’ottavo posto della classifica italiana: in assoluto, e la prima volta in Italia che una produzione discografica di Musica Classica entra nelle Top Ten, rimane in classifica per 32 settimane, 3 settimane, inoltre figura anche nelle Top Ten con più di 70.000 copie vendute, vincendo così il disco di platino.

Nel 2012 la coppia Bollani-Chailly con la Gewandhou-orchestra pubblica un’altro lavoro dal titolo “Sound of the 30s, opera discografica che vede l’esecuzione di grandi classici di compositori dell’Ottocento e Novecento, da Mourice Ravell nel brano in Sol Maggiore, il Tango di Igor Stravinsky e di Kurt Well, l’Opera da tre Soldi e Surabay Johnny, sempre di Well, dalla commedia musicale Happy End, la Suite le Mille e una Notte di Victor de Sabata. Il programma di questa opera è anticipato, da una esibizione live che avviene nella Augustusplaz a Lipsia, con un pubblico di 20.000 persone, il 3 settembre del 2011.
Sempre insieme a Chailly, Bollani si esibisce anche con l’Orchestre de Paris nella celebre la Sale Pleyel della capitale francese e con la Filarmonica nella prima al al Teatro alla Scala di Milano e nel concerto in Piazza Duomo nella città scaligera, in una piazza gremita di persone appassionate di musica classica .

Da questo concerto trasmesso da Rai¹ il 21 aprile del 2012, sarà trasmesso sempre in diretta in altri venti paesi, nasce anche una versione in DVD, con il titolo “Live at Scala”, progetto del 2013. Mentre si susseguono i concerti con le orchestre sinfoniche – dirette da vari direttori d’orchestra, da Daniel Harding, Kristjan Jarvi, Zubin Metha, Giancarlo Noseda e Antonio Pappano – viene progettato e prodotto e registrato anche con una big band, la NDR Bigband di Amburgo in Germania, diretta dal sassofonista Geir Lysne, i brani che vengono eseguiti sono, “Catfish Row”, “Un Americano a Parigi – Concerto i Fa”, “Rialto Riples“, è brani di Scott Joplin, “Maple Leaf Rag” e di Joseph Kosma, Autumn Leaves, questi brani sono stati anche suonati e registrati in “Live at Scala” in DVD, con l’orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano. In seguito, dopo avere preso parte alle registrazioni dell’album “Respiro” del cantante autore Joe Barbieri, con il quale esegue il brano, “Un Regno da Disfare”.

Per il pianista milanese si profilano altri progetti che vengono realizzati insieme alla cantante italiana Irene Grandi nel 2012, in un’opera discografica dal titolo “Irene Grandi & Stefano Bollani” e “Que Sergio del 2013″, opera che comprende registrazioni dal vivo dell’anno precedente, con il musicista brasiliano Hamilton de Holanda. Altre produzioni e progetti che si susseguono, questa è la volta di “Sheik yes Zappa“, un tributo dal vivo alla musica del grande chitarrista e cantante Frank Zappa, che Bollani definisce cosi: “Un rocker che prendeva in giro con sarcasmo il mondo del quale faceva parte, canzonandone gli stereotipi e agendo in modo diametralmente opposto a quello dei suoi colleghi”. Nel 2014, riprendono le pubblicazioni con il Danish Trio e viene pubblicato “Jay in Spite of Everything“, opera discografica impreziosita dalla presenza del musicista sassofonista Mark Turner, dal chitarrista Bill Frisell e premiato dalla rivista italiana Musica Jazz, come miglior disco dell’anno.

In settembre arriva un’altro importante premio, un riconoscimento internazionale, con l’assegnazione a Bollani del JTI Trier Jazz Award.
Partecipa poi all’iniziativa del magazine Musica Jazz in ricordo di Sergio Endrigo nel decennale della scomparsa, morì il 7 settembre del 2005. Il pianista milanese interpreta insieme all’attore David Riondino un medesimo di celebri canzoni e di successo del cantante Croato nato a Pola nel 1933, e morto a Roma il 5 settembre del 2005 nella raccolta dal titolo “Momenti di Jazz“. Nello stesso mese esce il progetto discografico dal titolo “Arrivano gli Allieni”, in cui si cimenta per la prima volta come cantautore, seguito nel 2016 da CD audio dal titolo “Piano Solo ‘Live from Mars, questo disco è stato allegato al settimanale l’Espresso e al quotidiano La Repubblica e dal nuovo progetto “Napoli Trip”, accompagnato da Daniele Sepe, Nico Gori, Manu katchè e Jan Bong e affiancato da ospiti illustri, musicisti come Arve Heriksen, Audun Kleive e Hamilton de Holanda, Bollani rende omaggio a uno dei suoi amori di sempre, la musica napoletana.

Nello stesso anno al progetto del disco dal titolo “Samba de Chico“, del musicista brasiliano Hamilton de Holanda, il pianista milanese partecipa nel brano, “Voi Trabolar Vagabundo”, suona persino con il cantante sempre brasiliano Chico Buarque. Nel 2014, riprendono le pubblicazioni con il Danish Trio e viene pubblicato “Joy in Spite of Everything, opera discografica impreziosita dalla presenza di Mark Turner e Bill Frisell e premiato dalla rivista Musica Jazz, come miglior disco dell’anno.

In settembre arriva un’altro importante premio, un ricoscimento internazionale a Bollani del JTI, Trier Jazz Award. Partecipa poi all’iniziativa del magazine italiano Musica Jazz, in ricordo di Sergio Endrigo nel decennale della scomparsa, morì il 7 settembre del 2005. Il pianista milanese interpreta insieme all’attore David Riondino ad un medley di canzoni celebri e di successi del cantante croato, morto Roma il 5 settembre del 2005, nella raccolta dal titolo “Momenti di Jazz“.

Nello stesso mese esce il progetto discografico dal titolo “Arrivano gli Allieni“, in qui si cimenta per la prima volta come cantautore, seguito nel 2016 dal long playing e CD audio in “Piano Solo ‘Live from Mars'”, questa opera discografica è stata allegata al settimanale Espresso e al quotidiano La Repubblica e dal nuovo progetto “Napoli Trip“, accompagnato da Daniele Sepe, Nico Gori Manu Katchè e Jan Bong e affiancato da ospiti illustri, musicisti come Arve Heriksen, Audun Kleive e Hamilton de Holanda, Bollani rende omaggio a uno dei suoi amori di sempre, la musica napoletana. Nello stesso anno al progetto del disco del musicista brasiliano Hamilton de Holanda, opera discografica dal titolo “Samba de Chico“, Bollani suona il pianoforte nel brano, Voi Trobalar Vagabundo. Sempre per l’etichetta l’alba nell’aprile del 2020 viene pubblicata l’opera discografica, “Piano Variations on Jesus Christ Superstar”, libera visitazione per pianoforte solo della celebre colonna sonora “Jesus Christ Superstar“, a cinquant’anni dalla pubblicazione. Il suo ultimo lavoro discografico è “Chakracanta”, registrato dal vivo a Buenos Aires, con l’orchestra, Sin-Fin, diretta da Exquiel Mantega, e pubblicato il 26 marzo del 2021. Bollani prosegue la sua attività artistica con tanti altri progetti e una sua vita eclettica.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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