Come ampiamente anticipato nel precedente numero di Cesenalè il campionato di calcio ha segnato una ripresa “in sordina”, mentre la riapertura totale per il pubblico negli stadi resta una possibilità assai remota, che oggi, purtroppo, si è fermata alla presenza di 1000 spettatori, distanziati e muniti di mascherina.

Tuttavia, nelle ultime settimane, il tema è tornato nuovamente alla ribalta da parte del Ministero della Salute che – nonostante gli ultimi dati negativi parlino chiaro e i protocolli sottoscritti prevedano la sospensione del campionato – sta studiando modi e forme per determinare il numero dei tifosi. Possibilità che presuppone dal fatto che le persone dovranno entrare ovviamente una lontana dall’altra e che ci sia un accesso con controllo della temperatura.

In pratica bisogna sapere che andare allo stadio significa assumersi un formale impegno personale e che i club dovranno fare un serio e costante controllo sui singoli spettatori. Opinione condivisa anche dal presidente della Figc che ha evidenziato come il ritorno alla normalità significa che il nostro Paese, per una serie di ragioni, sta cercando di riconquistare spazi e capacità di relazioni. Mancano ancora dei tasselli ma se l’evoluzione positiva della curva epidemiologica lo consentirà, vedere i tifosi all’interno degli stadi potrebbe dare il senso reale di un ritorno alla normalità.

Leggermente più attendista il neo presidente della Lega Calcio che ha dichiarato: “Aumentare i tifosi allo stadio? Dobbiamo essere prudenti e pazienti, ma siamo fiduciosi che se la situazione sanitaria migliorerà, il graduale aumento dei tifosi negli stadi sarà una realtà, forse anche dal prossimo anno. Ogni situazione di crisi rappresenta un’opportunità da cogliere per migliorarci con ogni mezzo. Così come la riduzione della burocrazia per chi spera di costruire nuovi impianti”. Dichiarazioni, queste, concomitanti con la fine del periodo estivo e l’inizio della c.d. “fase2” che, di fatto, ha gradualmente generato un ritorno alla riapertura degli spazi pubblici, esercizi di ristorazione, centri commerciali, mezzi di trasporto interregionali. Un “allentamento” da un punto di vista strettamente sanitario, che ha lasciato a margine proprio gli stadi e altre strutture destinate a un’utenza numerica più ampia.

Ciò nonostante, dopo la ripresa della serie A, una prima risposta al problema è arrivata dall’attuale Ministro dello Sport che ha dichiarato che bisognerà aspettare ancora per capire come sarà l’evoluzione della curva legata all’epidemia. Inoltre ha aggiunto: “Vedremo cosa si potrà fare. Intanto il campionato è iniziato e sono sicuro che questo abbia fatto piacere ai tanti tifosi, anche se saranno nell’impossibilità di entrare in massa negli stadi. Comunque sia, ottimismo a parte, al momento non ci sono le condizioni per fermare il campionato”. 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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