Il primo dato che soverchia tutte le opinioni politiche, pensatela come volete è il calo storico dell’affluenza che non arriva al 50%, questo per quanto riguarda l’Italia, mentre va meglio in Europa, in modo particolare in Austria e Germania che guidano il gruppo di tutti gli altri Stati.
Un altro significativo segmento il fatto mortificante per Renzi e Calenda che rimangono fuori dai giochi, la loro spaccatura ha allontanato di fatto gli elettori. I due capigruppo dunque, messi al palo, dovranno lavorare su nuove idee più convincenti per riavere credito nei confronti dei cittadini. Ma anche Emma Bonini non arriva allo sbarramento del 4% e per lei il treno dell’alta velocità ai tempi di Marco Pannella, pare ormai del tutto usurato.
Bene invece Giorgia Meloni che cresce ancora con Fratelli d’Italia e che in Europa potrà fare la voce grossa. Se aggiungiamo il 10% di preferenze a Forza Italia con Antonio Tajani soddisfattissimo ad un anno dalla morte di Berlusconi (fondatore) e la Lega di Matteo Salvini rafforzato dal Generale Vannucci, il governo nazionale può fare sonni tranquilli ancora per lungo tempo, in considerazione del fatto che non esiste un alternativa anche dopo il tonfo del M5S con Giuseppe Conte al volante del partito, ma lontano come movimento dai tempi di Grillo.
Cresce il Pd di Elly Schlein che si conferma unico partito di opposizione rispetto alle ultime votazioni politiche, ma che senza una coalizione non potrà mai fare cadere il Governo attuale. Dunque se le maggiori preferenze, come record assoluto, vanno per Giorgia Meloni, Vannacci e Decaro e ripiegano sulla Salis che può ritenersi soddisfatta, l’Europa va destra. Macron non pervenuto, Scholz decaduto.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica