Lo Shiatzu arriva in aiuto di un numero sempre maggiore di italiani. Infatti, “con circa 5000 operatori e 200.000 persone che ne ricevono trattamenti, questa disciplina, dagli anni Cinquanta ad oggi, continua a diffondersi in Italia”. A spiegarlo all’Ansa è stata Dorotea Carbonara, presidente della Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori (FISieo).

Dall’emicrania alla cervicale; dai reumatismi al colpo della strega, fino all’ansia e all’insonnia, la pratica nata in Giappone e basata sul principio del mantenere l’organismo in equilibrio dal punto di vista fisico e psichico, permette di risolvere molti problemi di salute. Lo Shiatzu “ha molte applicazioni anche in cliniche e ospedali – ha aggiunto Carbonara – ad esempio viene utilizzata con successo nell’ambito delle cure palliative presso l’Istituto nazionale dei Tumori di Milano e per i comportamenti del disturbo alimentare presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna”.

Come in molte altre discipline olistiche, il rischio di improvvisazione però è particolarmente frequente perché ancora la legge non ne regolamenta i particolari. “Per questo – prosegue Carbonara – è importante rivolgersi alla Federazione per sapere se il professionista abbia la formazione adeguata, ovvero aver frequentato un corso triennale che si conclude con un esame finale. Solo così si accede al Registro Italiano Operatori Shiatsu (Rios). Agli iscritti, inoltre in base alla legge 4/2013, si impone anche un aggiornamento continuo”.

A fare il punto sullo stato dell’arte e le prospettive, sarà il XXVII convegno nazionale, in programma a Norcia dal 15 al 17 aprile, organizzato dalla FISieo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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