Maria Sharapova ha provato a difendersi in tutti modi, ma alla fine la decisione è stata presa: la tennista è stata squalificata per due anni, come annunciato dal sito ufficiale dell’Itf (la Federazione internazionale tennis) per l’assunzione di Meldonium, una sostanza vietata della WADA dal primo gennaio 2016.

La giocatrice russa ha comunque già annunciato sulla sua pagina Facebook che presenterà appello al Tas (Tribunale Arbitrale Sport) contro la squalifica, anche perché, ha affermato, “il tribunale ha riconosciuto la mia condotta non intenzionale rigettando così la richiesta della federazione che aveva chiesto di sospendermi addirittura per quattro anni”. La tennista non ha mai negato di aver fatto uso di Meldonium ma aveva precisato che lo aveva assunto “non ogni giorno ma solo quando me lo consigliava il medico e in piccole dosi. E non ho finto di essere infortunata per nascondere la positività del mio test. Spero che mi sia permesso di tornare a giocare di nuovo ma voglio soprattutto che la gente conosca la verità e i fatti”.

Allo stesso modo ha sempre negato di essere stata avvisata sul divieto della sostanza: “E’ stato detto che sono stata avvertita cinque volte sul fatto che la medicina che stavo prendendo stesse per diventare proibita. Non è vero e non è mai successo. Non cerco scuse per il fatto di non sapere del divieto, ho già raccontato della mail ricevuta lo scorso 22 dicembre il cui oggetto era ‘Principali cambiamenti al programma antidoping per il tennis nel 2016’. Avrei dovuto darle maggiore attenzione. Ma le altre comunicazioni? Seppellite in newsletter, siti e opuscoli”.

Ciò che è inconfutabile è che, con questa sentenza, saltano le Olimpiadi di Rio.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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