Un intervento di rito, in occasione del Primo maggio, ma anche un chiaro indirizzo politico e programmatico: invertire la rotta “e rimettere al centro la dignità del lavoro. Perché la promessa rivolta alle nuove generazioni è stata quella che il lavoro precario sarebbe stato solo l’anticamera di un lavoro stabile. Invece per molti solo la precarietà è stata stabile”. Con queste parole il ministro del Lavoro Andrea Orlando è intervenuto al Quirinale, per celebrare la Festa dei lavoratori.

Per il ministro “è, forse, proprio il divario fra le previsioni costituzionali e il progressivo depauperamento del valore del lavoro, ad avere creato profonde e pericolose ferite sociali che incidono, anche, sul tessuto della vita civile, sulla qualità della nostra democrazia. Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una svalutazione del lavoro. Che arriva ad un indegno svilimento quando una lavoratrice di una grande multinazionale non può andare in bagno o si viene licenziati via whatsapp. Dobbiamo invertire questa rotta e rimettere al centro la dignità del lavoro. Bisogna essere in grado di costruire regole nuove e lavorare per avere riferimenti congrui sui salari”.

Orlando ha ricordato che “dopo due anni di pandemia torniamo a festeggiare il Primo maggio, la festa dei lavoratori, in una condizione di quasi normalità e in uno scenario geopolitico preoccupante con una guerra nel cuore dell’Europa, che scuote, nel profondo, le nostre coscienze. Il Primo maggio è il simbolo, con valore mondiale, di una storia che ha visto l’affermazione della dignità del lavoro, come base del progresso e del benessere delle persone.

A cura di Elena Mambelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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