Poteva e doveva essere una giornata di quelle importanti, la quindicesima di A, divisa in quattro giorni e con scontri che, al vertice come in coda, potevano avere risvolti fin clamorosi, anche se non decisivi.

Ad iniziare le formazioni impegnate in Champions, la Roma in casa contro la Spal e lo scontro del San Paolo, dove il Napoli aveva l’intenzione di allargare il solco tra se e la Juventus, portando il distacco a sette lunghezze.

La Roma non aveva grosse difficoltà a sconfiggere gli spallini, presto rimasti in dieci e non in grado di fronteggiare la formazione di Di Francesco, che voleva subito riprendersi dal mezzo passo falso nella Genova rossoblu e, di fatto, chiudeva la pratica già nel primo tempo.

A Napoli, Insigne e compagni volevano giocare un brutto scherzo alla Vecchia Signora, ma non avevano fatto i conti con l’ex Higuain, il quale pareva non dover essere della partita causa intervento alla mano ma poi, come spesso succede, il brutto scherzo lo giocava lui alla sua ex formazione, rilanciando alla grande una Juve che in Italia è ancora di una spanna sopra il resto del lotto.
I piccoletti di Sarri, pur tenendo palla il doppio degli avversari, sono caduti nella trappola bianconera e non sono riusciti nel loro solito gioco fatto di verticalizzazioni veloci e ficcanti; la difesa juventina ha corso pochi seri pericoli, ed anzi, è stato Pepe Reina a compiere l’intervento più difficile, a scongiurare una sconfitta che, e non ridimensiona i partenopei, dimostra ancora una volta che tolti i titolarissimi, le seconde linee o se vogliamo le alternative, non sono all’altezza di una formazione che punta decisamente allo Scudetto.
Nel prosieguo Toro ed Atalanta impattavano in un incontro piuttosto noioso nel primo tempo, chiuso a favore dei granata, mentre nella ripresa era un’altra Atalanta che prima pareggiava e poi rischiava addirittura di vincere, mentre il Toro risultava inferiore sia sotto l’aspetto tecnico-tattico, che sotto quello dinamico, con Mihajlovic nuovamente sulla graticola e difficilmente confermato, ammesso che riesca a terminare la stagione.

Domenica all’ora di pranzo si banchettava con un Benevento-Milan che vedeva Rino Gattuso esordire su di una panchina di Serie A, dopo l’esonero del bistrattato Montella, mentre le Streghe di casa tentavano di evitare la quindicesima sconfitta consecutiva; tecnicamente non avrebbe dovuto esserci partita, ma tra errori, erroracci ed errorini si arrivava al quinto giro extra delle lancette con il Milan in vantaggio ma anche con il fiato davvero troppo corto, e ci pensava il portiere Brignoli a fare secco di testa un immobile Donnarumma, che è sempre giovane ma non più il portierone dei miracoli, per un pareggio che sapeva di beffa per i rossoneri, ma non era per nulla demeritato dalla formazione di casa.

Nel pomeriggio arrivava finalmente il turno dell’Inter, che contro il Chievo si giocava il primo posto in classifica dopo una stagione disgraziata ed un’estate passata a prendere sberleffi per gli acquisti faraonici del Milan; il 5-0 finale consegnava la vetta ai nerazzurri, magari non sempre bellissimi ma efficaci come da troppo tempo non riuscivano ad essere, ed il +18 sui rossoneri era ulteriore motivo di “goduria” sportiva per la tifoseria del Biscione.
Per il resto, il Bologna sprecava una favorevole occasione, pareggiando lo scontro casalingo contro un Cagliari capace di andare in vantaggio e di sfiorare una vittoria che avrebbe meritato la vittoria, ma non ha saputo sfruttare adeguatamente le tante occasioni concesse dalla formazione di Donadoni.
A Firenze continuavano le tribolazioni di un Sassuolo che ormai è l’ombra della bella formazione che due stagioni or sono ha conquistato l’Europa; neppure il cambio in panchina ha sortito effetti, ma Iachini ha davvero avuto troppo poco tempo per poter cambiare la deriva della formazione neroverde; mentre la Viola si porta a casa tre reti e tre punti che la rilanciano per in passaporto europeo.
Era quindi la volta di uno scontro più che interessante tra Sampdoria e Lazio, chiamate a giocarsi un posto di rilievo a ridosso delle primissime; alla fine, ma proprio alla fine, l’ha spuntata la formazione di Inzaghi che, in rimonta è tornata alla vittoria dopo due turni ed il rinvio della partita contro l’Udinese, dimostrandosi più quadrata e completa della formazione di Giampaolo.
Il turno si chiudeva con gli ultimi posticipi del lunedì, scontri di fondo classifica importantissimi per chi vorrebbe respirare in queste ultime giornate del 2017; si giocava a Crotone e Verona, ma sono state Udinese e Genoa a portarsi a casa il bottino pieno, dopo i cambi in panchina che sicuramente hanno giovato a formazioni prima in grande crisi.
Alla fine, il turno ha mantenuto quanto promesso, anche se non tutto è andato secondo pronostico e manca ancora troppo a maggio.

A cura del Direttore Responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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