Con Atalanta-Sassuolo ed Inter-Sampdoria si è completata la giornata calcistica rimasta “monca” tre mesi fa e, oggi, si ricomincia con tutti alla pari quanto a partite disputate, ed una classifica tutta in divenire per ogni posizione e traguardo.

Se qualcuno si attendeva sorprese da questa seconda tornata di recuperi, sarà rimasto deluso dal constatare che la Dea ha ripreso con il medesimo passo di carica, asfaltando il malcapitato Sassuolo, mentre un’Inter non proprio al massimo ha superato una Samp che solo nella ripresa si è svegliata dal lungo “letargo” Covidiano.
Buona dunque la prima dei bergamaschi, che evidentemente hanno saputo sfruttare bene queste settimane di allenamenti ed a cui la sosta forza non ha minimamente intaccato la fame e la voglia di vittoria.

Non mi ha neppure stupito, in merito, la squalifica del tecnico orobica, per proteste contro il VAR verso la mezz’ora del secondo tempo; in quel momento la gara era ormai segnata ampiamente e da tempo, quindi che bisogno c’era di prendersela per qualcosa di assolutamente ininfluente? Evidentemente la carica è talmente alta in casa Atalanta che nulla viene poco considerato.

Il Sassuolo evidentemente ha invece fatto la parte meno attesa in casa emiliana: la vittima predestinata, ma contro una tale Atalanta ci sarebbe probabilmente stata medesima sorte anche per qualcuno più blasonato dell’undici del buon De Zerbi; che poi fosse logico attendersi di più dai neroverdi, non ci piove, ma l’andazzo stagionale di Berardi & C. è stato questo, tra alti e bassi continui, spesso inimmaginabili.

L’Inter, nell’incontro serale, ha ritrovato la sua coppia di bomber, tanto criticata dopo il pari in Coppa di Napoli, riuscendo a superare una Sampdoria che poco ha concluso nella prima frazione per poi svegliarsi nella ripresa e mettere in difficoltà i ragazzi di Conte, evidentemente non ancora pronti a reggere i novanta minuti.
Chissà se con i loro gol, Lukaku e Lautaro torneranno ad essere gli eroi del popolo nerazzurro ed al centro dei discorsi giornalistici, non perché in crisi e/o con la voglia di altri lidi, ma perché hanno rimesso la loro squadra in corsa per il titolo?

Di certo, visti a Napoli, i due erano sembrati in ombra, distanti dai due bomber che conosciamo e dal sembrare coloro sui quali far ricadere l’onere principale della rincorsa nerazzurra a Juve e Lazio.
Ora occorrerà che si confermino anche nei prossimi appuntamenti, così come occorrerà una crescita di tutta la squadra, perché diversamente km sogni resteranno tali ed eventualmente sarà l’UEFA il solo traguardo possibile.

Note positive, oltre che dagli attaccanti, sono arrivate dal danese Eriksson, che già si era messo in luce a Napoli e sta iniziando a dimostrare di essere giocatore capace di grandi cose; oggetto misterioso nelle prime apparizioni italiane, il trequartista che molti volevano inviso a mister Conte, sta dimostrando che sarà un problema per gli avversari molto più che per il proprio allenatore.

Vero inoltre che l’Inter è calata nella ripresa, permettendo ai doriani di riaprire in un certo modo la partita, ma è anche vero che ora come ora ci sta di non avere il ritmo giusto per tutto l’incontro, come dimostrato ampiamente nelle sette partite, tra Coppa e recuperi di Campionato, sinceramente poco spettacolari, tranne la già citata Atalanta ed il Verona, che continua la sua marcia verso un’Europa che avrebbe del miracoloso.

Presto comunque per tirare somme, anche parziali, ed ancora più presto per aspettarsi agonismo e gioco che probabilmente miglioreranno con il passare dei turni, anche se il giocare ogni tre giorni creerà più di un grattacapo.
Non so se ci saranno davvero le sorprese che in molti auspicano, anche perché queste ci sono ad ogni inizio stagione, nelle prime due/tre giornate; sarei invece pronto a scommettere che vedremo più infortuni del solito e che l’avere rose numericamente ampie darà vantaggi anche a breve, con un turnover magari forzoso quanto prezioso.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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