Gasperini cambia le carte in tavola con ben sette cambi rispetto alla gara con la Juve, ma la sostanza non cambia, infatti la dirompente Dea è una montagna troppo alta da scalare per l’ormai retrocesso Brescia. I bergamaschi chiudono la gara con un risultato tennistico, finisce 6-2 al ‘Gewiss Stadium’ nel primo anticipo della 33.ma giornata con i neroazzurri che salgono al secondo posto a -6 dai bianconeri, blindando il posto Champions per la seconda stagione consecutiva.

Insomma la formula magica del miglior allenatore della serie A continua e farà parlare a lungo di se per la sua bellezza multiforme.

Cronaca – Botta e risposta in avvio: Pasalic trova il vantaggio al 2’ su assist di Malinovskyi, Torregrossa non sfrutta al 4’ il primo regalo di Caldara facendosi ipnotizzare da Sportiello ma capitalizza all’8’ il secondo errore (da ultimo uomo) del difensore nerazzurro battendo stavolta il vice di Gollini.

Il pari dura però… come una cavia in gabbia. Un quarto d’ora di pseudo-equilibrio, poi la Dea rompe gli indugi forte di una condizione fisica straripante e segna tre gol in sintesi. Minuto 25. Zapata innesca Gosens sulla fascia, assist per l’accorrente De Roon che insacca con uno splendido esterno destro. Minuto 28: Malinovskyi riceve palla sulla trequarti e da 20-25 metri lascia partire una stoccata mancina (specialità della casa) che fulmina Andrenacci. Minuto 30: Gosens vola ancora sull’out di sinistra e mette in mezzo stavolta per Zapata, che in tuffo di testa cala il poker. Per il colombiano 16° centro stagionale e partita strachiusa.

La partita a tennis dei bergamaschi prosegue nella ripresa, con un super Mario Pasalic che firma la quinta e la sesta rete: timbra di potenza al 55’ servito da Malinovskyi, buca Andrenacci al 58’ dopo un’incursione di Colley. Prima tripletta in carriera per il centrocampista croato e Brescia ridotto ormai a sparring-partner. Nel finale di match (83’), le Rondinelle rendono ‘leggermente’ meno abissale il passivo con il diagonale vincente di Spalek.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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