Vivere in questo Paese è come avere una lanterna di notte alla ricerca di lumache e con le corna ben diritte. L’ultima novità arriva direttamente dalla serie A, che chiede gli oboli allo stato centrale per pagare i tamponi sanitari ai calciatori miliardari che di sicuro non sono in disoccupazione anche se rimangono in quarantena o negli spogliatoi perchè non convocati.

Ebbene si, nel prossimo decreto sostegni bis, che dovrebbe spalancarsi entro e non oltre la prossima settimana, è stato istituito pure un fondo perduto da 10 milioni di euro come rimborso delle spese sanitarie sostenute dai club di serie A. Soldi che, in questo periodo di grandi sacrifici, soprattutto per il mondo dello sport, potrebbero essere destinati per la copertura di misure contingentate.

La norma è presente nell’ultima bozza del nuovo emendamento del governo Draghi; quindi si tratta di una misura attualmente per ora non confermata, ma che già sta facendo sobbalzare gran parte dei cittadini italiani ormai con in mutande, o se preferite per rimane in tema, con i calzoncini corti ma senza griffe.

Dunque a quanto pare il fatturato del calcio che si auto-finanza e sostiene gran parte del sistema sportivo, pare essere arrivato all’osso, ma tutto questo pare un paradossi perchè la Lega di serie A ha ben più risorse di altri comparti come artigiani, Pmi, ristoratori e commercianti, senza escludere quei lavoratori che presto potrebbero vedersi recapitare il licenziamento.

In questa fase così delicata per i cittadini allo stremo, nel caso passasse questo decreto, sarebbe come dare uno spintone alla povertà che in Italia continua ad avere una platea sempre più ampia. Sarebbe una piccola fiammella per scatenare non poco polemiche fino ad allontanare molti tifosi nei confronti dello sport più amato.

Ad ogni buona considerazione passo la palla alla Sottosegretaria Vezzali, in Commissione Cultura, affinchè ci possa essere un criterio ben diverso per la parità sociale del popolo.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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