Dai primi anni 2000 erano Oltre 760 gli omcidi in otto anni e 70 i gesti estremi compiuti, nella maggior parte dei casi, dopo aver ucciso gli altri familiari o se stessi. Separazioni, divorzi e liti per l’affidamento dei figli si trasformano spesso i contrasti violenti, che arrivano anche all’omicidio o alla vera e propria strage, oppure chi pensa di farla finita dopo una forte crisi depressiva.

Ultimamente se ne parla troppo poco, anche se è stata introdotta una legge fondamentale denominato codice rosso contro il femminicidio, ma i casi sono in aumento e il rischio contagio è sotto gli occhi di tutti. Non esiste un antidoto specifico per fermare queste atroci barbarie o per salvare vite spezzate alla vita solo all’idea che dopo un divorzio, non ci possa essere un’alternativa diversa.

Secondo i dati forniti dall’associazione “Ex-centro assistenza genitori separati”, dal gennaio ’94 al giugno 2002, erano in Italia 556 gli episodi cruenti, con 761 decessi (+74 rispetto al 2001). E dal ’96 al 2002 si contano 70 suicidi: a togliersi la vita, secondo i dati, sono soprattutto gli uomini. Da quegli anni con l’inizio della crisi economica, la poca comunicazione, nel 2020 i casi sono pressochè raddoppiati e La maggior parte dei casi si è verificata nelle regioni centrali (40,6%) e qui si è anche registrato il maggior numero di vittime (39,9%). Quanto all’estrazione sociale, non vi sono differenze di rilievo: drammi di questo genere si verificano in tutte le categorie, indipendentemente dal ceto. Autori dei fatti cruenti, dopo separazioni e divorzi, sono soprattutto gli uomini (62,5% contro il 37,5% di donne); vittime, al contrario, principalmente le donne (55,9% contro 44,1%).

In relazione alle separazioni, dunque, la percentuale di donne suicida non è più bassa, mentre in tutti gli altri casi (perdita del lavoro, depressione etc.) si attesta intorno al 25%. A suicidarsi, secondo i dati, sono uomini tra i 38 e 50 anni, che incontrano grossi ostacoli nel mantenere le relazioni con i figli e nel 32% dei casi hanno difficoltà economiche. Altro dato allarmante: il suicidio arriva sempre più spesso dopo una strage che coinvolge anche figli, coniuge o altri parenti.

A cura di Franco Buttaro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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