Il voto alle donne è una conquista recente della nostra storia. Il 30 gennaio 1945, quando l’Europa è ancora impegnata nella seconda Guerra Mondiale e il Nord Italia è occupato dai tedeschi, durante una riunione del Consiglio dei Ministri si discute del tema su proposta di Palmiro Togliatti (Partito Comunista) e Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana).
Il 1 febbraio 1945 viene emanato il decreto legislativo luogotenenziale n.23 che conferisce il diritto di voto alle italiane con più di 21 anni.

Le donne italiane votano per la prima volta il 2 giugno del 1946 in occasione del referendum istituzionale monarchia-repubblica. In realtà’ le italiane vennero chiamate alle urne già il 10 marzo, in occasione delle prime elezioni amministrative in 436 comuni.

Forse non tutti sanno che proprio il 2 giugno del 2016, in occasione del 70esimo anniversario del primo voto politico femminile in Italia, nacque “SENZA ROSSETTO”.
Un lavoro di raccolta di testimonianze di donne che andarono a votare per la prima volta (senza rossetto sulle labbra) per non sporcare la scheda che doveva essere umettata e incollata, pena l’invalidazione.
Un progetto che sottolinea l’importanza simbolica e politica che il voto, vissuto come concessione, conquista, o semplice conseguenza dei tempi, è un diritto e un dovere delle donne.

Parliamo di donne accumunate dal desiderio di lasciarsi alle spalle il ricordo della dittatura e del fascismo, e desiderose di costruire e costruirsi un nuovo futuro, libero.
Donne investite, all’improvviso, di una responsabilità sino ad allora estranea, quella del voto.
Un progetto, che fin dall’inizio si orientò verso la creazione di un archivio delle fonti della memoria popolare, e del discorso orale, sulla storia del’900, da costruire e da far fruire in rete, e, al tempo stesso confluire verso le narrazioni filmiche delle testimonianze raccolte.

L’obiettivo era raccogliere nelle interviste tante voci di donne, voci e volti provenienti da classi sociali e comunita’ territoriali diverse, donne di estrazione sociale elevata, donne di condizioni sociali piu’ modeste, donne con piu’ o meno formazione politica in famiglia.

Donne diverse, accomunate dall’aver votato insieme per la prima volta, e dal sentire di aver vissuto quegli anni con la forza della giovinezza, che dava loro la possibilità di affrontare le cose, anche quelle tragiche, con spensieratezza.
Quando “SENZA ROSSETTO” era ancora agli inizi, come cortometraggio, fu proiettato al Festival Internazionale del Cinema e una giuria di studenti assegnò il premio ANNA MAGNANI al documentario, che “rendeva l’anima di una generazione così straordinaria nella sua energia e forza di sopravvivere alla guerra, fondare la Repubblica”
Potrei fermarmi qui ma non gliela farei, avrei tenuto in sospeso qualcosa.
Il dovere di scrivere è anche questo!

Già, e, da donna, voglio dire che, ora, in questo tempo, in questo un po’ straniante inizio di febbraio 2021, la recessione causata dalla pandemia colpisce soprattutto la popolazione femminile, per questo già qualcuno parla di” she-cession”.
Sono gli inglesi ad aver coniato questo termine. Crudele ma vero.
La recessione causata dalla pandemia ha colpito in maggioranza le donne impiegate soprattutto nei servizi, nel commercio, e meno in finanza, tecnologia, edilizia.

Mentre aspettiamo di ottenere interventi dai governi e dalle istituzioni, si possono introdurre nelle aziende modelli di misurazione delle politiche di genere, il che significa meno romanticismo e più metodo, e premiare quelle donne che le applicano, bilanciare le assunzioni di giovani, che sono ancora poche, non penalizzare le carriere delle madri, anzi creare programmi per loro, dire alle donne di fare rete!

Bravissime le donne a fare rete nella vita privata, molto meno nel lavoro!
Sostegno all’imprenditoria femminile, affiancamento e formazione, parità salariale, un “gender procurement” che regoli ogni appalto relativo ai fondi europei, con premi per le imprese che mettano in pratica l’uguaglianza di genere e riducano il “ gender gap”.

Per fare questo occorre la volontà politica anche, ma sicuramente prima ancora di essa, la differenza la faranno le donne, e questa volta, con o senza ROSSETTO!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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