I contagi dell’epidemia di Covid-19 mostrano iniziali segni di ripresa in Italia, dove la Sicilia raggiunge percentuali da zona gialla per quanto riguarda i ricoveri. In frenata la crescita a livello nazionale degli ingressi giornalieri nelle terapie intensive e primi segnali di una frenata della crescita dei decessi, mentre rallenta molto il ritmo della campagna vaccinale. È quanto emerge dall’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M. Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche ( Cnr).

“Dopo aver stazionato su un plateau per circa dieci giorni, l’analisi delle differenze settimanali della curva dei positivi totali rivela negli ultimi quattro giorni una ripresa del contagio. Da confermare con i dati dei prossimi giorni”, osserva il matematico. Sempre a livello nazionale, prosegue, “continua la frenata della crescita della curva media degli ingressi giornalieri nelle unità di terapia intensiva, che dovrebbe raggiungere il massimo tra 5-7 giorni”.

Si notano poi “minimi segni iniziali di frenata della crescita della curva media dei decessi a livello nazionale, che dovranno essere confermati dai dati dei prossimi giorni”. A livello regionale, i dati epidemiologici relativi a martedì 24 agosto, giorno al quale fa riferimento il monitoraggio settimanale del venerdì, indicano che “nonostante l’aumento dei posti disponibili ufficiali nei reparti ordinari e in quelli di terapia intensiva, la Sicilia – rileva Sebastiani- è oltre le rispettive soglie del 15% e 10% per occupazione di posti e quindi, a rigore, dovrebbe essere dichiarata zona gialla venerdì 27 agosto, con entrata in vigore effettiva lunedì 30 agosto”.

Valori quasi da zona gialla per la Sardegna, dove le percentuale dei ricoveri è del 14% nei reparti ordinari e dell’11% nelle terapie intensive. In Calabria frena intanto la crescita dei posti occupati nei reparti ordinari e in terapia intensiva, con valori attuali rispettivamente del 15% e del 6% circa.

Per quanto riguarda la copertura vaccinale (considerata come risultato del rapporto fra le dosi totali e il doppio della popolazione), attualmente corrisponde al 63% e nella fascia di età fra zero e 19 anni è del 17%, “molto bassa – osserva l’esperto – alla luce dell’inizio delle attività didattiche tra tre settimane circa”. I dati di Sebastiani indicano inoltre che nelle ultime quattro settimane è progressivamente diminuita la media settimanale del numero di dosi di vaccino somministrate al giorno, passando da 485.000 a 400.000, poi a 270.000 e a 200.000. Prima di questo calo, osserva, per sei settimane erano state somministrate in media fra 530.000 e 550.000 dosi al giorno. Il rallentamento attuale osserva Sebastiani, “non sembra influenzato ora dalla scarsità di dosi disponibili. Basti pensare per esempio, che al 24 agosto erano disponibili 4,2 milioni di dosi del vaccino di Pfizer/BioNTech, a fronte di 2.9 milioni di persone che aspettano la seconda dose”.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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