E’ giusto togliere il crocifisso dalle aule? E’ giusto non festeggiare una festa cristiana come il Natale? E’ giusto o sbagliato non festeggiare una ricorrenza cattolica in una scuola che dovrebbe essere laica?

Si sta discutendo parecchio su questo argomento, anche perchĂ© in una scuola di Rozzano (periferia di Milano), si è deciso di non celebrare la festivitĂ  del Santo Natale. Salvini è subito intervenuto a difesa della cultura cattolica e subito gli hanno fatto eco altri rappresentanti della destra italiana. La decisione di non festeggiare questa ricorrenza, almeno fino al 20 gennaio, è partita dal preside dell’ istituto. Essendo la scuola una parte importante dello stato (o almeno dovrebbe esserlo), ed essendo lo stato italiano laico, nelle aule scolastiche non si dovrebbe festeggiare nessun tipo di festa religiosa e tantomeno avere simboli religiosi attaccati alle pareti come il crocifisso.

Questo sulla carta, perché sappiamo bene che nelle scuole italiane i crocifissi sono stati sempre al loro posto sulla parete e il Natale si è sempre festeggiato. Ma se una qualsiasi scuola non volesse festeggiare una ricorrenza religiosa per essere in linea con la politica di laicità dello stato, non mi opporrei affatto.

Siamo in un paese libero e ognuno può fare ciò che vuole. In questo caso, però, questa scelta mi puzza un po’. Viviamo in un momento storico molto delicato e critico. Da un momento all’ altro, potrebbe scoppiare una guerra mondiale e le conseguenze sarebbero disastrose per tutti. La tensione tra Occidente e Medio Oriente riguardo alla religione a gli usi e costumi, è ai massimi storici. Secondo la mia modesta opinione, il preside di questa scuola, per paura di ritorsioni e rappresaglie dalla comunitĂ  islamica di Rozzano, ha deciso di eliminare il problema alla radice, spostando il Natale di un mese, sul calendario. Secondo me, il problema di fondo è questo. La questione primaria non è la riaffermazione di una scuola laica come dovrebbe essere, bensì la paura di mostrare e celebrare le proprie tradizioni, per non urtare la sensibilitĂ  di chi ha una cultura diversa dalla nostra. E questo è la cosa piĂą sbagliata del mondo. Non è questo il modo di fare integrazione. Chi viene nel nostro paese e vuol far parte della nostra comunitĂ , deve accettare le nostre tradizioni e le nostre credenze e noi dovremo fare lo stesso con musulmani, ebrei, buddisti e animisti e tutti quelli che credono in un dio diverso dal nostro. Perchè dovremmo rinunciare a quello che siamo per gli altri? Gli altri lo farebbero nei nostri confronti?

“Paese che vai usanza che trovi”, ma anche “mogli e buoi dei paesi tuoi”. Ostinarci a fare muro contro muro, non serve a nulla. Ognuno deve essere libero di prendere le proprie decisioni, a questo mondo, purchè le decisioni siano prese, sempre e comunque nel modo giusto e, sempre e comunque, per le giuste ragioni.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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