Questa estate, targata 2020, sembra proprio dover fare i conti con il fenomeno dei flussi migratori provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo. In realtà, stiamo parlando di un problema già noto, chiaro fin dai primi mesi dell’anno, quando già i numeri dei primi arrivi nelle coste italiane sono stati imponenti.

Poi lo stop dettato dall’emergenza sanitaria nazionale ha fermato per un po’ il flusso, e dopo il lockdown siamo arrivati a un exploit preoccupante. Basti dire che dalla Tunisia i migranti riescono a partire e ad attraversare il Mediterraneo senza alcun controllo. I dati alla fine del mese di Luglio erano questi: sbarcati 12.228, di cui 4.354 tunisini.

Ciò conferma la pericolosità della situazione relativa alla rotta tunisina, confermata peraltro anche dalla visita del 27 luglio del ministro dell’interno Luciana Lamorgese a Tunisi. Ma quali sono i porti dai quali prendono il via i viaggi della speranza?

Parrebbe che due siano i principali punti di partenza: Biserta e Sfax. La prima, posta a nord della Tunisia, ha come meta prevalente le coste della provincia di Agrigento, la seconda posta a sud ha come porto finale quello di Lampedusa. La differenza tra le due rotte non e’ solo di carattere logistico, e si sa che chi parte da Biserta sostiene dei costi superiori, e ormai è risaputo che chi arriva “silenziosamente” ad Agrigento, non è
sottoposto a controlli, e può tranquillamente raggiungere altre mete.

Sbarchi di lusso? Come li vogliamo chiamare?
Come li chiamereste voi, costoro, che arrivano a bordo di motoscafi nuovi, tenuti in ottime condizioni in modo tale da garantire sia l’arrivo sull’altra sponda del Mediterraneo di chi si è imbarcato, sia la possibilità di navigare in modo silente?
L’ultimo caso è quello recente, avvenuto sulla spiaggia di San Leone ad Agrigento.
Non possiamo già esserci dimenticati dei blitz Abiad e Barbanera, che si svolsero nel gennaio 2019, e che mostrarono il peso di radicate organizzazioni criminali con gli inquirenti che, tra l’altro, non escludevano connessioni con il terrorismo di matrice islamica.

In Tunisia la guerra non c’è, ma le cause scatenanti di questa rivolta sono determinate principalmente da una popolazione molto giovane, con un alta percentuale di disoccupazione, che decide di intraprendere i viaggi della speranza verso l’Italia.
E l’Italia che dice?
La storia si ripete, diceva qualcuno.
Giusto un anno fa, il voto finale fu il 5 agosto: il Senato diede l’ultimo via libera al decreto sicurezza-bis, quello che criminalizzava il soccorso in mare, e aumentava in maniera esponenziale le multe
per le ONG.

La sinistra tuonava con frasi di questo tipo: “la disumanità non
può diventare legge”. La domanda mia e’ : ma puo’ restare legge, come poi è successo?
Stiamo vivendo un Italia insicura!
Surreale, pirandelliana!
E ora nel bollettino giornaliero dei migranti tengono banco anche le fughe degli immigrati dai centri di accoglienza, in particolare di quelli affetti da coronavirus, le risse con le forze dell’ordine per qualsiasi ragione, e l’emergenza sanitaria dove gli immigrati sono in quarantena.

I 5 Stelle parlano di emergenza. Ma chi dovrebbe realizzarla se non gli accordi internazionali?
Stiamo parlando di nulla, intanto che ci sia un emergenza in corso è fuori discussione, ma va anche detto che esistono strumenti per fronteggiarla.
Auguriamoci che ciò accada, diversamente andrà in scena il solito copione: che nessuno avra’ la responsabilita’ di nulla, e l’Italia e gli italiani ne pagheranno le conseguenze!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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