Tra tutte le divinità egizie, una di quelle più ricordate è Satet o Satis, Dea protettrice della caccia, del tiro con l’arco e delle acque del Nilo, colei che conosce ogni insenatura e ogni strettoia di questo importante e decantato fiume.

Viene raffigurata come una donna con la corona dell’Alto Egitto e due corna di gazzella.

Il suo nome significa letteralmente “eiaculazione” ed è riconducibile alla simbologia del Nilo che ogni anno, quando è in piena straripa, e l’effetto è collegabile all’atto del masturbarsi del Dio Atum.

Secondo la teologia è la sovrana di Elefantina, sposa di Khnum detto “il Vasaio” (Dio della creazione e del Nilo) oltre ad essere madre divina di Anuqet o “la Desiderata” (divinità egizia della fertilità, dell’acqua, dell’allattamento e del desiderio), mentre ad Esna aveva come figlia la Dea Neith (Dea egizia della caccia, della guerra e della tessitura).

Molto più tardi anche questa divinità, come altre, venne associata al culto di Iside.

La Dea agisce in maniera imponente per rendere vitale il territorio desertico e inospitale dell’Egitto e quando il fiume incontra degli ostacoli, utilizza la sua energia per agire sulle acque fino ad arrivare al suo obiettivo.

Il Nilo, fiume a lei sacro, nel suo scorrere, affronta molte sfide e difficoltà e disseta ancora vari popoli, oggi come nell’antichità.

Nel suo tragitto il fiume scorre mentre Satet danza gioiosa e benevolente se avverte rispetto da parte dell’uomo, diversamente se non compresa e non considerata, può diventare fredda e cinica come anche la sua azione sull’acqua.

Essa rappresenta l’archetipo della “realizzazione”, vista come la capacità di organizzare con giusti canoni e buone azioni per arrivare al raggiungimento di progetti e situazioni che altrimenti rimarrebbero incompiute.

Satet è la protettrice delle cause riguardanti la protezione, le motivazioni, le canalizzazioni ed è la Signora delle cause impossibili.

E’ colei che dirige il flusso dell’elemento acqua nel movimento atto alla trasformazione, a dare impulso alla vita, come colui che entrerà a far parte della vita bevendo dalla Sacra Fonte vitale.

Come Dea aiuta l’individuo a sviluppare l’autostima, mettendo in primo piano i talenti che dovranno emergere nella persona ancora prima della sua nascita, è inoltre archetipo di acutezza, di difesa e di ciclicità.

Nel sincretismo religioso è associabile alle divinità quali Eastre, Nikkal, Danu, Guanyin, Wakahiru-me e Parvati.

Satet accoglie coloro che con rispetto la invocano aprendo loro la strada nei nuovi progetti, nello stesso modo in cui apre le acque del Nilo, agendo così come punto focale di equilibrio tra fango e acqua.

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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