Nel Sud Ovest della Sardegna, poco distante da Cagliari, Iglesias dà il nome all’Iglesiente, il territorio protagonista dell’epopea mineraria sarda, di cui è centro principale, nonché sede vescovile, erede dell’antica diocesi di Sulcis.

Iglesias ha un passato glorioso, specie durante il dominio catalano-aragonese (quando era città regia), il cui nome in spagnolo significa ‘chiese’ e che ancor oggi conserva tesori d’architettura sacra, come la cattedrale di Santa Chiara (XIII secolo), la Madonna delle Grazie, la chiesa del Collegio, ‘tempio’ dei Gesuiti, e San Francesco, una delle architetture gotico-catalane più intatte e significative della Sardegna, che custodisce un retablo del 1560.

Archeologia industriale – Da Iglesias parte il cammino minerario di Santa Barbara: 400 chilometri in 24 tappe, da percorrere a piedi o in mountain bike, alla scoperta di storia e devozione del Sulcis. Le miniere sono state per oltre un secolo, sin oltre la metà del XX, la ricchezza dell’Iglesiente. Oggi sono patrimonio d’archeologia industriale del parco Geominerario della Sardegna, riconosciuto dall’Unesco. Il museo dell’Arte Mineraria, ospitato nell’istituto ‘Asproni’, palazzo in stile liberty di inizio Novecento, e il museo delle Macchine ne ripercorrono l’evoluzione con una raccolta di minerali, plastici, ricostruzioni di ambienti minerari ed esposizione di macchine originali. Per conoscere ‘dal di dentro’ le miniere potrai fare percorsi guidati nell’affascinante Monteponi, uno dei più importanti impianti estrattivi d’Italia, a Nebida, tra pozzi, gallerie, pontili e case dei minatori (abitate nel 1910 da tremila persone, oggi villaggio fantasma), compresa la laveria Lamarmora (1897), a Masua e Porto Flavia, avveniristica e rivoluzionaria opera che permetteva l’imbarco diretto dei minerali, un porto sospeso a metà di una parete rocciosa, da cui parte una galleria di 600 metri a strapiombo sul mare.

Le meraviglie del litorale – Accanto spiccano le meraviglie del litorale iglesiente: la lunga Porto Paglia, i faraglioni di Masua e Pan di Zucchero, monumento naturale alto 132 metri forgiato dal tempo, la spiaggetta di Porto Flavia e Canal Grande di Nebida, valle dove pareti alte cento metri sprofondano vertiginosamente, custodendo un tratto di mare blu e verde smeraldo. La costa scoscesa con cale incantevoli è ideale per scatti fotografici. Dopo il mare, scoprirai le delizie della cucina: dal tonno ai ravioli di patate e menta, sino ai dolci a base di mandorle, belli da vedere e graditi al palato.

Costa spettacolare – Lasciato l’entroterra di Iglesias, seguendo la strada panoramica che va a nord fino a Capo Pecora attraverso Nebida, Masua e Buggerru, si ammira un tratto di costa tra i più spettacolari del Mediterraneo. Caratterizzato dal repentino passaggio dalla montagna al mare, offre alla vista alte falesie a picco su acque trasparenti, che fanno da cornice ad antichi insediamenti minerari, rilievi formati dai singolari scisti violacei, piccole spiagge raggiungibili a piedi attraverso ripidi sentieri o in barca. Attraversato da due gallerie naturali, poste al livello del mare, lo scoglio di Pan di Zucchero è uno dei più grandi faraglioni d’Europa. Deve il nome alla forma massiccia e arrotondata e al caratteristico colore biancastro. Poco più a sud emergono i faraglioni calcarei di S’Agusteri e Il Morto. Notevole il contrasto visivo offerto dal bianco degli scogli e dal rosso vinaccia degli scisti.

Monumenti naturali – Il Pan di Zucchero, il Morto, S’Agusteri e la falesia di Punta de Is Cicalas, sono stati dichiarati monumenti naturali. Appena fuori dall’abitato di Nebida, percorrendo una strada ripida verso nord, si giunge alla spiaggetta pietrosa di Portu Banda, delimitata da pareti a picco sul mare. Si tratta di una piccola cala di circa 100 metri di lunghezza, ideale per chi vuole dedicarsi alla pesca subacquea, alle immersioni o godersi il sole. Nel tratto della SP 83 tra Nebida e Masua imboccando una strada sterrata in discesa si arriva a Porto Corallo, un grazioso porticciolo delimitato da bianche scogliere calcaree e violacee per la presenza degli scisti, che offre riparo alle barche dei pescatori. Proseguendo verso Nord e imboccando un viottolo d’accesso a una villetta isolata visibile dalla strada per Nebida, si raggiungono le due calette appartate di Portu Rafia e Spiaggia dei Baci. La prima si apre proprio al termine della stradina mentre attraverso una galleria sulla sinistra, si raggiunge la più ampia Spiaggia dei Baci, un tempo su passu mau. Dalla riva si scorgono il Pan di Zucchero e i faraglioni di Nebida. Prendendo il bivio Masua si arriva alla Spiaggia di Masua, posta a Sud dell’omonimo villaggio minerario. Incassata tra due promontori rocciosi è un punto di approdo per natanti in escursione. Si praticano vela, surf, pesca sub, surfcasting. Adiacente il parcheggio di Masua, e accessibile tramite una comoda scaletta, è Portu Cauli. Riparata dal vento dalla scogliera e dalla macchia mediterranea, consente gradevoli escursioni in canoa e pedalò.

Pesca sub o con la canna – A monte della spiaggia di Masua si estende una pineta dalla quale si accede alla spiaggia rocciosa di Bega sa Canna.  Raggiungibile a piedi o in macchina seguendo la strada sterrata per Porto Flavia si presta alla pesca sub e con la canna. Siamo di fronte al Pan di Zucchero e a breve distanza da Porto Flavia.  Tra Masua e Buggerru si trova la cala di Porto di Canal Grande, una bella insenatura che prende il nome dal Rio Canal Grande, che si getta in mare proprio in quel punto. Il canale lungo una ventina di metri, è accessibile in barca e, con fatica, via terra. La vallecola è chiusa da un’alta falesia alla cui base si spalancano diversi anfratti: il più importante è la Grotta delle Spigole una cavità creata dall’erosione marina e parzialmente sommersa.

A cura di www.visitiglesias.comune.iglesias.ca.it

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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