LUCA PALAMARA

Si aggrava l’emergenza incendi in Sardegna, dove da ieri sera l’Oristanese è alle prese con un enorme rogo che ha costretto all’evacuazione più di 1.500 persone tra il Montiferru e la Planargia, polmone verde tra i comuni di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Magomadas, Flussio e Tinnura.

La giunta regionale, riunita in seduta straordinaria, ha approvato lo stato di calamità. Lo detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo un confronto con i sindaci dei Comuni più colpiti dalle fiamme. Sul fronte incendi si è conclusa anche l’Unità di crisi” della Protezione Civile presieduta dal Capo dipartimento Fabrizio Curcio, in collegamento con strutture operative e territori. “Grazie all’attivazione del Meccanismo europeo di Protezione civile – si legge nella nota – 2 Canadair francesi e 2 greci opereranno a sostegno del nostro Paese”.

Da ieri sera i Vigili del fuoco stanno combattendo contro le fiamme che sono arrivate a lambire le abitazioni: l’incendio boschivo è partito da Bonarcado, e complice le alte temperature e il forte vento, si è propagato fino all’abitato dei paesi vicini costringendo i residenti a scappare dalle proprie case, mentre il fuoco divorava ettari di terreno, uccidendo anche animali e greggi. In mattinata le fiamme sono arrivate a lambire la Borgata Marina di Porto Alabe, nel territorio di Tresnuraghes, costringendo il sindaco Giovanni Mastinu a firmare l’ordine di evacuazione per la zona turistica.

Quattrocento persone che abitano alla periferia del paese Scano Montiferro, nell’Oristanese, sono state allontanate dalle proprie abitazioni, alcune delle quali sono state lambite dalle fiamme. Il sindaco Antonio Flore ha disposto un centro di raccolta nella palestra comunale. Intanto il fuoco continua ad avanzare verso le montagne tra Santu Lussurgiu e Macomer minacciando San Leonardo – dove si trovano le fonti di Siete Fuentes e un piccolo borgo turistico – e il Monte Sant’Antonio. I vigili del fuoco di Sassari stanno operando per il rifornimento idrico, lo spegnimento dei focolai e il salvataggio del bestiame.

Al lavoro ci sono 7.500 uomini tra Corpo forestale, Vigili del fuoco, Protezione civile, volontari, ma anche Croce Rossa Italiana, Carabinieri e Polizia di Stato.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Lecco Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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