La zona di Arbus, un luogo ricco di siti archeologici e torri, testimonianze di quando in questo tratto del Mar di Sardegna navigavano indomiti romani e spagnoli.
S’Enna, s’Arca e Punta S’Aschivoni sono libere per farsi apprezzare, anche se accessibili solo via mare. Luoghi incantevoli tra coste rocciose di arenaria e basalto su fondali popolati di ricci, polpi, donzelle di mare e tordi pavone, oltre a cernie, spigole e orate. Fuori dall’acqua, tra i riflessi del mare dal verde smeraldo al blu cobalto, nel profumo della macchia vergine, un paesaggio lunare incorniciato da scogliere tra il rosso e il marrone.

Pistis e Pabbilones diventano poi Torre dei Corsari e vanta una grande spiaggia con le dune, ma anche un villaggio turistico, dall’eclettismo architettonico esasperato. Conviene dirigersi verso Porto Palma, cinque minuti d’auto più a sud, per ritrovare la quiete. Qui, accanto alla spiaggia, piccola, profonda, dorata, sorgono i resti di una tonnara del secolo scorso, quando il villaggio si chiamava Tunaria: la porta con lo stemma del leone e alcuni bassi edifici un po’ stile Far West.

Il golfo nasconde invece un porticciolo dal quale i pescatori possono accompagnare i visitatori, risalendo a nord, anche fino alla “spiaggia liberata” di Punta S’Aschivoni, tra acque che, arrivando dal largo, sembrano verdi, da cui il nome Costa Verde.

Da qui, ecco la discesa che conduce al minideserto di Piscinas, con le dune alte fino 20 metri e la spiaggia di tre chilometri. Per raggiungerla si passa da Ingurtosu, con il Palazzo della direzione, altra reliquia dell’era delle miniere che pare un castello liberty, e da Naracauli, con le imponenti rovine della Laveria Brassey. Ancora più a sud, si trovano altre spiagge dalla sabbia fine e chiara lunghe anche tre chilometri, come Scivu, oggi un’oasi Wwf.

A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui