FACCIATA DUOMO SANTA MARIA DEL FIORE

Ricorre oggi 25 marzo 2021 il 585mo anniversario della consacrazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, più comunemente nota come Duomo di Firenze. Dal latino “domus” la parola duomo indica la “casa di Dio e del suo popolo”; il duomo si chiama anche “cattedrale” perché vi si trova la cattedra del vescovo: è quindi il luogo in cui il vescovo celebra e predica la Parola di Dio.

Riconosciuta Patrimonio Mondiale Unesco dal 1982 insieme al centro storico di Firenze che viene definito “una realizzazione artistica unica nel suo genere, un capolavoro d’opera, il risultato di una continua creazione protrattasi per oltre sei secoli, Santa Maria del Fiore sorge sui resti dell’antica chiesa fiorentina di Santa Reparata; la prima pietra fu posata l’8 settembre 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio e la sua costruzione fu più volte interrotta e successivamente ripresa, nei secoli a venire, sotto la guida e direzione di importanti e famosi maestri d’arte e d’architettura tra cui Giotto, Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini.

Il nome le venne attribuito nel 1412, con chiara allusione al giglio, simbolo della città.
Nel corso degli anni venne arricchita con dettagli, affreschi e sculture; la sua facciata, che venne completata solo nel 1887 su progetto di Emilio de Fabris, è quella che vediamo ancora oggi, caratterizzata da marmi bianchi, verdi e rosa che riescono ad accarezzare i volti di quanti si incantano ad ammirarla. Il portale d’ingresso è sovrastato dal celebre orologio di Paolo Uccello, risalente al 1443, che riporta l’hora italica, un particolare sistema di suddivisione del tempo che fa concludere le giornate al tramonto.

La stessa sensazione di meraviglia viene riconfermata una volta varcato l’ingresso: il visitatore rimarrà certamente incantato dall’ampiezza degli spazi interni e dalla suggestiva bellezza delle opere d’arte che la cattedrale custodisce, tra cui affreschi, vetrate sontuose, statue e decorazioni, firmati da grandi nomi del panorama artistico italiano tra cui Andrea del Castagno, Domenico Michelino, Donatello e Ghiberti.

Tra tutti gli affreschi, quello che colpisce maggiormente è indubbiamente il Giudizio Universale realizzato sulle volte della Cupola del Brunelleschi da Giorgio Vasari, e terminato a seguito della sua morte dal suo allievo Federico Zuccari nel 1579. La stessa Cupola è un’opera architettonica maestosa e assolutamente innovativa per l’epoca: realizzata tra il 1418 e il 1434, il Brunelleschi riuscì a voltare la cupola senza utilizzare armature, grazie ad una doppia volta con intercapedine, di cui quella interna con funzione strutturale autoportante e quella esterna solo di copertura. Sopra la cupola svetta la palla di rame dorato, opera di Andrea del Verrocchio, e contenente reliquie sacre.

Di fronte alla cattedrale troviamo il Battistero di San Giovanni: frutto dell’ampliamento di un precedente battistero risalente al IV/V secolo, l’opera, a pianta esagonale, è intitolata al santo patrono della città; il suo tetto a piramide nasconde una cupola con otto spicchi. Al suo interno la cupola è decorata da minuziosi mosaici, raffiguranti il Cristo Giudice e alcune scene del Giudizio Universale. Il Battistero è adornato da tre porte bronzee: la porta nord e quella est (soprannominata da Michelangelo la porta del paradiso) sono opera di Lorenzo Ghiberti e dei suoi allievi, mentre la porta sud è firmata da Andrea Pisano.

Parte integrante del complesso religioso è il Campanile di Giotto, testimonianza di architettura gotica fiorentina, iniziato dallo stesso Giotto nel 1334 e completato, dopo la sua morte, esternamente da Andrea Pisano e Francesco Talenti e internamente da alcuni artisti tra cui Luca della Robbia e Alberto Arnoldi.
Infine, per chi lo volesse, è possibile visitare i sotterranei dove si trovano i resti dell’antica cripta di Santa Reparata, e il Museo dell’Opera del Duomo che si trova sul lato nord est della Pizza del Duomo e dove sono custodite centinaia di opere provenienti dal complesso sacro.

A cura di Sara Patron – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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