Dopo una serie di scandali riguardanti torture e violenze, compresi stupri, dei detenuti nelle carceri russe, il presidente Vladimir Putin ha silurato il direttore dell’amministrazione penitenziaria Aleksandr Kalashnikov, generale del Fsb. A sostituirlo sarà Arkadij Gostev, vice-ministro dell’Interno che nel suo ministero si occupava degli affari amministrativi. I difensori dei diritti dell’uomo non credono che la sostituzione dell’uomo proveniente dai servizi con un poliziotto possa contribuire a far migliorare il sistema penitenziario russo.

Formalmente Aleksandr Kalashnikov ha rassegnato le dimissioni di sua propria volontà, presentando la domanda di dimissioni al presidente. Secondo alcune informazioni, Kalashnikov è stato delegato nel sistema penitenziario, conservando il suo grado del generale del Fsb e pertanto potrebbe ritornare nei ranghi dei servizi. La relatrice del disegno di legge sull’inasprimento delle pene per torture, senatrice Liudmila Narusova, ha constatato la volontà politica di sradicare le torture nell’amministrazione penitenziaria, pur ammettendo che anche nell’ambito del ministero dell’Interno e del Servizio Federale di Sicurezza (Fsb) si praticano le torture anche se non in modo così sistematico come nell’amministrazione penitenziaria: ciò va oltre ogni concetto di una società civile.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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