“Pensavamo di rimanere sani in un mondo malato”. Questa la frase di papa Francesco che ha raggiunto non solo i cristiani, ma la gran parte degli esseri umani.

L’ecosistema sulla terra ha avuto un brutto mutamento per colpa certamente di regimi comunisti, ma sopratutto per la globalizzazione e le distanze che si sono accorciate tra le persone per gli interscambi commerciali. Se in molti paesi asiatici, dell’Africa per sopravvivere, si continuano a mangiare animali selvatici e portatori di virus, il Covid-19 che ha una capacità d’infezione e trasmissione mai scoperta prima dalla medicina mondiale non sarà l’ultimo se l’uomo non farà diversi passi indietro.

I pipistrelli, ad esempio, quelli più temuti, sono mammiferi con l’alta possibilità di essere serbatoio di molti virus, in particolare il coronavirus che, duplicandosi, mutano singole basi del proprio Rna, rendendo possibile lo spillover.
Hanno per natura una spiccata socialità: milioni di pipistrelli vanno in letargo nella stessa caverna con ovvi scambi di virus, poi volano e possono portare virus mutati a grandi distanze, infettando altri animali come fanno gli uccelli migratori con i virus che definiamo influenzali.

Ma all’origine di tutto questo c’è la mano delle industrie o degli asset speculativi con incendi, disboscamenti e altri disastri che cambiano l’ecosistema, rompendo così un delicato equilibrio naturale.

Si deve pensare, tanto per citare un solo caso che sul lago Kivu, tra il Rwanda e il Congo, c’è l’isola di Napoleone. dove al solo battito delle mani, il cielo si oscura per le miriadi di pipistrelli giganti: le volpi volanti, che la popolazione denutrita locale cattura per alimentarsi, mentre i potenti capi di Stato lavorano sottoterra per occupare questi luoghi attraverso la schiavitù e la speculazione.

Non dimentichiamoci che su questa frontiera spregiudicata scoppiava l’epidemia di Ebola, che viene trasmessa dai pipistrelli alla frutta e quindi all’uomo. E non dimentichiamoci che oggi sono innumerevoli i bambini a morire di questa malattia scoppiata per l’egoismo dell’essere umano e non per colpa della natura che si è sempre arrangiata da sola con i suoi mutamenti.

Dunque per rimanere più sani, la terra chiede solo una cosa: quella di essere libera nell’agire flora/fauna che sono un corpo unico.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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