In attesa di vedere la prima donna alla guida di una Formula1 e come direttore di gara in serie A, un altro passo in avanti è già stato fatto nella massima serie del rugby e nel calcio internazionale, mentre un nuovo pezzo di muro cade.

Il primo arbitro donna in Champions si è avventurata con successo in un mondo tutto maschile. Dopo aver arbitrato la finale di Supercoppa europea, vinta dal Liverpool ai rigori contro il Chelsea, e aver debuttato in Europa League; l’arbitro 37enne francese Stéphanie Frappart ha diretto all’Allianz Stadium la partita di Champions Juventus-Dinamo Kiev. Il primo arbitro donna nella massima competizione continentale è una rivoluzione importante, a maggior ragione in anni in cui la lotta per la parità di genere è sempre più forte anche nel pallone, senza per questo togliere nulla alle grandi capacità della Frappart. La sua carriera arbitrale è iniziata da tredicenne.

Il 2014 è stato l’anno del primo match maschile diretto in Ligue2; poi nel 2019 in Ligue1, dove in fretta ha scalato tutte le gerarchie, prendendosi con merito il palcoscenico internazionale (nazionali maschili incluse). A Torino, il pallone raccolto dalla Frappart appena entrata in campo, ha scritto una pagina nuova della storia. La prima volta di un direttore di gara donna in Champions League, con Cristiano Ronaldo in campo, e tutta la giusta evidenza del caso. Un peso che è durato solo un attimo. Infatti, già dal fischio d’inizio, la francese è apparsa sicura senza temere il confronto con i giocatori che si sono subito adeguati. Ha fatto il suo lavoro senza nulla d’inedito, dirigendo con la personalità che l’ha portata a questi livelli.

Non ha mai avuto bisogno di segnare il territorio, di essere autoritaria per dimostrare chi comanda in campo, ha lasciato tempo alla partita di trovare il proprio binario. Vigile, rapidissima e sorridente. Ha dialogato con i giocatori, non perché donna, ma perché è il suo stile, atteggiamento comune a diversi colleghi, che è già diventato un marchio di fabbrica. Sa chi decide e non ha paura di cercare il confronto, anzi. Quando serve, fornisce rapide motivazioni e la partita non ha motivo d’innervosirsi, mentre lei la tiene sempre alla stessa temperatura. Fischi dosati, ammonizione sicura, gesti molto evidenti e chiari, così come chiede il designatore. Toglie un po’ di teatralità al copione e rimette in circolo una certa freschezza.
Merito anche di Roberto Rosetti, presidente della commissione arbitri Uefa, che ha puntato sulle capacità della Frappart per cambiare il mondo del calcio facendo nel frattempo crescere l’onda rosa.
L’unica certezza è che si porterà dietro quell’aria divertita e la serenità che ha solo chi sa di stare nel posto giusto al momento giusto.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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