I The Blues Brothers sono stati una band musicale, il loro genere si ispirava al Blues e al Soul. Nel 1978 due musicisti e attori John Bulushi e Dan Aykroyd si unirono per dare vita alle loro ispirazioni musicali.

La band nacque anche per il programma televisivo americano Saturday Night Live.
Dopo alcune registrazioni al SNL, i membri della band erano soliti frequentare il locale olandese Tunnel Blues Bar, che Aykroyd l’aveva affittato non molto tempo dopo essersi unito al cast.

Bulushi dopo l’acquisto di un amplificatore, portò nel locale degli strumenti per chiunque volesse suonare.
Fu qui che Aykroyd e Ron Gwynne idearono la sceneggiatura della pellicola e gli diedero il titolo The Blues Brothers che uscì nel 1980.

Il film musicale, con la regia di John Landis venne interpretato da loro.
I due artisti raffigurano i fratelli Jake. In breve tempo diventarono famosi in tutto il mondo, inconfondibili negli onnipresenti vestiti neri e occhiali da sole Ray Ban Wayfare. Nel film, si prodigano per salvare la chiusura dell’orfanotrofio dove entrambi erano cresciuti e decidono di organizzare una riunione della loro formazione blues per fare concerti nei locali, per raccogliere qualche spicciolo necessario.

The Blues Brothers, conquistò il Guinnes dei primati per le scene con il maggior numero di incidenti d’auto.

Il 20 è 21 giugno del 2012 poi, in occasione del centenario della major Universal Pictures e del trentennale della morte dell’attore John Bulushi, il film è stato riproposto in versione restaurata in tutto il mondo.

Storia dell’attore – In vita Beluschi, quando non era sul set girovagava per la città di Chicago, la sua città natale in particolare allo stadio Wrigley Field di baseball. La gente spesso lo riconosceva e talvolta gli passava della cocaina. L’artista già ne abusava pesantemente. Questi suoi abusi di alcool e stupefacenti fecero accumulare ritardi alla produzione per il suo stato di semincoscienza nella sua roulotte. Una notte Aykroyd addirittura lo trovò addormentato sul divano di una casa nelle vicinanze del cast.

La cocaina era così diffusa sul set in quel periodo, che Aykroyd dichiarò che parte alcuni proventi erano riservati per gli acquisti delle sostanze.
Beluschi e Aykroyd inaugurano il Blues Club.
Un bar privato in cui invitare amici, membri del cast e della troupe. Care Fischer, attrice, cabarettista, sceneggiatrice e scrittrice statunitense, la ragazza di Dan Aykroyd, attore del tempo, disse che la maggior parte del personale del bar era sempre in grado di procurare qualsiasi sostanza stupefacente.

Il budget iniziale della produzione cinematografica fu rapidamente superato.
Lew Wasserman di ritorno a Los Angeles, sempre più frustrato, affrontò di persona Ned Tonen, il presidente della Universal sulla questione dei costi.
Sean Daniel, produttore cinematografico statunitense conosciuto per avere prodotto il film La Mummia, La Mummia il Ritorno, La Tomba dell’imperatore e il Dragone, vicepresidente della Universal Pictures, fu inviato a Chicago con il compito di fare qualsiasi cosa per tamponare il deficit.
Ma non fu rassicurato della situazione quando constata che la produzione aveva istituito una infrastruttura speciale per le settanta automobili utilizzate nelle sequenze di inseguimento. Il budget di 17.5 milioni di dollari divenne presto un sogno irrealizzabile.
Le riprese nella città di Chicago che si sarebbero dovute concludere per la metà di settembre, per poi proseguire a Los Angeles in California, continuarono fino alla fine di ottobre. Ma sul set il problema di Beluschi con gli stupefacenti peggiorò.

Il regista Landis chiese a Carrie Fischer, di tenere Beluschi lontano dalla droga e Smokey Wendell fu assunto con il compito di controllare gli eccessi dell’attore.
Queste misure tuttavia non furono sufficienti, tanto che ad un certo punto si arrivò allo scontro fisico tra il regista e l’attore quando Landis gettò nel gabinetto la cocaina che aveva trovato sul tavolo della roulotte dell’attore.

A Los Angeles le riprese parevano proseguire bene fino a quando arrivò il momento di girare le sequenza finale al Palladium di Hollywood.
Appena prima delle riprese, Beluschi cadde da un sketeboard preso in prestito da un ragazzo e si ferì gravemente al ginocchio, compromettendo la possibilità di filmare la scena che gli richiedeva di cantare, ballare. Wasserman convinse il miglior chirurgo ortopedico della città per fasciare e curare il ginocchio dell’attore Beluschi, permettendo così di girare la scena come previsto.
Gran parte del film venne girato a Chicago per la collaborazione dell’allora sindaco Jane Margaret Byrne, che comprese cosa rappresentava per la città ospitare una produzione hollywoodiana in termini di valore economico e promozionale. The Blues Brothers rappresentò il punto di svolta che trasformò la città di Chicago in una location per il cinema, che da allora ha accolto la realizzazione di circa duecento produzioni cinematografiche.

Il primo blocco fu a Park Ridge, nella città di Illinois.
L’inseguimento in auto fu girato nel Dixie Square Moll, un centro commerciale abbandonato in Harvey, Illinois comune situato nella contea di Cook.
La sequenza in cui la Bluesmobile salta il ponte elevato è stata girata sul fiume Columet.
L’ingresso principale dello stadio Wrigley Field, conosciuto anche come The Friendly Confines o Cubs Park, è uno stadio di baseball situato a Chicago.
Ospita gli incontri casalinghi della squadra dei Chicago Cubs, squadra che milita nella Major League di Baseball (MLB).
Fa una breve apparizione quando i “nazisti dell’Illinois” scoprono che la resistenza riportata sulla patente di Elwood era stata falsificata in 1060 West Addison, indirizzo appunto dello stadio.
L’incontro di Jake con la sua ragazza venne girato nella tratta dell’abbandonato sistema sotterraneo di trasporto merci. Le altre scene di inseguimento furono girate lungo la Wecker Drive, la Lake Street e nel Richard J. Del Center il grattacielo che è il centro civico della città. Nella scena dell’insegnamento finale una Ford Pinto, che rappresentava l’automobile guidata dai nazisti dell’Illinois”, venne fatta precipitare da un elicottero da un’altezza di oltre un miglio. Per girare la sequenza la produzione ha dovuto ottenere una idonea certificazione della Federal Aviation Administration, l’agenzia Federale Statunitense per l’aviazione Civile. La stessa agenzia era preoccupata che la macchina potesse rilevarsi troppo aerodinamica e che in caduta libera avrebbe potuto comportarsi come un’ala volando contro gli edifici circostanti.

Il Palace Hotel
Gli interni del concerto tenuto dalla band nella sala grande del “Palace Hotel” vennero girati al Teatro Palladium a Hollywood. Le riprese nel centro di Chicago furono realizzate durante le domeniche dell’estate del 1979. I costi di realizzazione furono di 3,5 milioni di dollari. L’autorizzazione a girare fu data dopo che gli attori principali si offrirono di donare 50.000 dollari in beneficenza al termine delle riprese.

La colonna sonora del film
E’ stata pubblicata dalla Casa Discografica Atlantic Records nel 1980, è il secondo album ufficiale registrato dai The Blues Brothers e, seguendo l’esordio di Briefcase Full of Full of Blues, registrato dal vivo, costituisce il loro primo lavoro discografico prodotto in studio. Il disco è stato rimasterizzato nel 1995, con il titolo The Blues Brothers. Nel disco vi si trovano vari brani suonati e cantati da vari artisti.

Il brano Sake a tail Fether è eseguito da Ray Charles, The Old è eseguita dal cantante James Brown in duetto con la cantante Chaka Khan, il brano Think è cantata da Aretha Franklin, il brano Minnie the Moocher è eseguita dal cantante leader Cab Calloway e la sua orchestra, e i celebri brani Sweet Home Chicago, Everybody Needs Somebody, Gimme Some Lovin’ e Peter Gunn Theme sono interpretati da Harry Mancini e la sua orchestra.

Altre canzoni che si possono ascoltare nel film The Blues Brothers, sono: Let the Good Times Roll eseguita Louis Jordan, Soothe me cantata da Sam & Dave, I can’t Turn you Loose cantata da Otis Redding, Boogie Chillen eseguita dal chitarrista John Lee Hooker, Quando Quando cantata da Tony Renis, Hit the Road Jack cantata dal cantante Ray Charles.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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