Ritorno a parlate di contrabbassisti e il loro ruolo nelle formazioni di Musica Classica, di Musica Leggera, di Musica Latino Americano.
Il contrabbasso quindi è fondamentale in orchestra ha raramente una funzione solistica, per via del suono estremamente basso. Ha però un funzione indispensabile nell’amalgamare i suoni e dare sostegno agli strumenti acuti, ed è lo strumento che, di solito, tiene il basso armonico della melodia dell’orchestra o di una formazione jazzistica. Il contrabbasso è uno strumento musicale della famiglia dei cordofoni ad arco.

È nato nel XVI secolo “1700” in Europa, il suono viene prodotto tramite l’attrito sulle corde di crine di cavallo montato su una bacchetta di legno, detta archetto, mentre nella Musica Jazz viene suonato quasi esclusivamente pizzicando le corde con le dita della mano, “nel jazz vi è stato un contrabbassista di origine messicana, che ha rivoluzionato il modo di suonare il contrabbasso, con l’archetto, ma non solo anche se il musicista a dato il via a varie sperimentazioni nella Musica afro-americana. Il bassista elettrico, Jaco Pastoirus, a invece cambiato il modo di suonare il basso elettrico, in questo caso fu proprio lui a fare imparare le nuove tecniche del suonare il basso elettrico, specialmente nel periodo degli anni Settanta con il Jazz Rock, il bassista, con i Weather Report, a fatto scuola”.

Il contrabbasso è lo strumento con il suono più grave di tutti gli archi “se si esclude il rarissimo ottobasso”: le quattro corde producono rispettivamente dalla più acuta alla più grave le note Sol-Re-La-Mi, in accordatura da orchestra.
Per indicare con più precisione la reale altezza di una nota viene utilizzata una nomenclatura che affianca al nome della nota un numero.
Questa numerazione inizia dalla nota più alta (Do⁷).

Esistono anche altre accordature quali quella italiana: “Consistente nell’alzare l’intonazione delle corredi di un tono” e quella viennese (La¹, Fa#¹, Re¹, La⁰).

Oggi quindi vi parlo del contrabbassista Riccardo Fioravanti.
Riccardo Fioravanti è nato a Milano nel 1957. Inizia a suonare il basso elettrico nel 1973 e, bruciando le tappe nel 1975 è già negli studi di registrazione come session-man. Sempre negli anni Settanta nasce in Riccardo Fioravanti la passione per la Musica Jazz, e inizia così la sua formazione artistica. Inizia lo studio del contrabbasso presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, mentre in quel periodo si esibisce nello storico Jazz Club il “Capolinea”, di Milano in interminabili, formazioni di Jam Session e con altri svariati gruppi.

La sua carriera si sviluppa su vari piani paralleli: il senso artistico, la grande versalità e le alte capacità professionali lo porteranno a lavorare in ambito jazzistico con, tra i tanti, Giorgio Gaslini, Franco Cerri, Gianni Basso, Renato Sellani, Tony Scott, Gorny Kramer, Enrico Intra, Franco D’Andrea, mentre – nel mondo della Musica Leggera – le sue collaborazioni sono innumerevoli. Negli anni Ottanta Riccardo Fioravanti suona con l’orchestra Ritmica della RAI, Radio Televisione Italiana, la nostra televisione di Stato e, in registrazioni e concerti live, con tantissimi artisti: da Mina, Ennio Morricone, Mia Martini, Enzo Janacci, Fabio Concato, Antonella Ruggero, Ornella Vanoni, Amij Steward e Nick the nightfly. Inoltre nei primi anni Novanta è tra i membri della rinata Orchestra del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, dove incontra e suona con la cantante Jazz Dee Dee Bridgerwater, Randy Crawford, Jorge Ben, Grace Jones, Ute Lemper, Kid Kreole, Sarah Jane Morris. Sono dello stesso decennio le collaborazioni per il contrabbassista milanese con i musicisti quali Bob Mintzer, Phil Wood, Lee Konitz, Clark Terry, Toots Thielemans, Slide Hampton, Charlie Mariano, Bob Moover, Berney Kessel, Ronnie Cuber Jimmy Owens, Jasse Davis, George Gruntz, Bruce Forman, Francis Boland, Rick Margitza.

Fondamentali le sue collaborazioni live con il grande cantante e pianista Ray Charles, Sarah Jane Morris, Chico Buarque De Hollanda e Stevie Wonder.
Nel nuovo Millennio per Riccardo Fioravanti è l’anno nuovo della svolta più radicale: da questo momento si dedica stabilmente alla Musica Jazz, e collabora in registrazioni in studio e in concerti live con i migliori musicisti italiani, da Enrico Rava, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Marco Tamburini, Bob Bonisalo, Michael Roses, Pietro Tonolo, Stefano Contini, Giulio Visibelli, Piero Odorici, Gabriele Mirabassi Nico Gori, Sandro Gibellini, Alessio Menconi, Dario Foiella, Riccardo Bianchi, Stefano Bollani, Dado Moroni, Paolo Birro, Mauro Grassi, Andrea Pozza, Stefano Battaglia, Rossano Sportiello e Renato Chicco.

Il contrabbassista ha svolto e svolge attualmente, una intensa attività didattica e grazie alle sue doti è stato un valido collaboratore – in seminari e performences – di batteristi quali: “Giampiero Prina, Stefano Bagnoli, Alfredo Golino, Christian Mayer, Ellade Bandini, Max Furian, Beppe Sciuto, Tullio De Piscopo, Lele Melotti, Paolo Pellegatti, Walter Calloni, Tony Arco e Enze Zirilli. Parallelamente inizia a sviluppare propri progetti e formazioni a suo nome come il Bill Evans Project, “In the Mood of Chet” e il singolare quartetto “Note Bass.

“È due. Dopo il progetto “Bill Evans Project” del 2005 è il momento maturo per pesare ad un nuovo progetto, ed ecco che il contrabbassista Riccardo Fioravanti propone un progetto del grande Tenor saxsophonist John Coltrane. Il lavoro è ambizioso e complesso, ma Riccardo Fioravanti non si tira indietro, ed ecco ad essere oggetto del contrabbassista. Attenzioni che non hanno quel gusto vintage, in pratica “suono pedissequamente Coltrane”, ma hanno un carattere e una personalità evidente: a farlo con la misura di Trane non è impresa da poco. Un trio drumless, e anche questa è una bella novità, perché spetta ad Andrea Dulbecco disegnare le piramidi ritmiche, a braccetto con il leader, che furono di Elvin Jones in “Ascension” e “A Love Supreme” (qui anche Roy Haynes). È la Coppia Resolution / Impression (si, la lettera “s” manca ) fa subito capire quanto sia autentico l’arrangiamento, seppur filologico.

Spetta a Giovanni Falzone fare la voce coltraniana, con le sue note ripide e fruscianti, accordi intarsiati, sonorità solare e intensa anche nei sovracuti. Tutto intessuto nelle perfette trame della chitarra acustica di Bebo Ferra. Ricardo Fioravanti “Project Trio Coltrane”, l’operatore di questa opera, è invece, riservata ad “Aknowledgement” (si, senza la “c”), con Fioravanti solo soletto che sviolina il suo suono pastoso, fatto di armonici gravi e eccellente combinazione di agilità e precisione.”Gentle Giant Steps” è uno dei tre originali (insieme a “Descent” di Dulbecco e “Blue Trane Bossa” di Fioravanti), questo firmato Bebo Ferra e con la tromba di Dino Rubino a rimbalzare – con particolare acume – sulla base ritmica spezzata e una metrica impegnativa e accattivante.

“Descent” ha quelle tinte orientali che furono care a Coltrane nella seconda parte della sua esistenza, Dulbecco dialoga prima con Ferra, poi con Fioravanti, e lo fa con un controllo dosaggio del vibrato, ben alternato a note rotonde, timbri ed effetti ottimamente equilibrati.
“Blue Trane Bossa” di Fioravanti è pulsante, caracolla sulla Bossa con Dulbecco che produce un diluvio di note asciutte e serrate, mentre Fabrizio Bosso, sempre generoso e l’autore dei bei doni, arpeggia e sviluppa toni in rapida successione con un eccezionale senso per la melodia. Qui John Coltrane non viene analizzato (sarebbe tanto impossibile, quanto inutile), né interpretato.

Riccardo Fioravanti ne ha tratto l’anima (a titolo personale) e ne ha dato un nuovo corpo sonoro”.
(IL Testo virgolettato è tratto dal sito oneline jazzitalia,”Riccardo Fioravanti, “Coltrane Project”, di Alceste Ayroldi per JazzItalia).
Riccardo Fioravanti prosegue ancora oggi la attività artistica, regalando al pubblico appassionato di Musica i progetti, i concerti dal vivo e le produzioni di opere discografiche.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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