Il caso Charlie continua a far discutere, specialmente dopo gli ultimi sviluppi.
Sembrerebbe che l’ospedale Bambino Gesù di Roma avesse dato la disponibilità per ospitare il bimbo all’interno della struttura, facendo di tutto per trovare una cura che sembra impossibile.

La frase della madre, “finchè lui lotta, noi lottiamo” è più di un monito; è l’eco di una speranza, di una fiducia di non perdere la cosa più importante che accade nella vita di una persona.

Perchè avere un figlio è la cosa più bella e importante che possa mai capitare.

Peccato però che il Regno Unito abbia detto no alla richiesta del trasferimento della famiglia nella capitale italiana, perchè ci sono delle leggi apparentemente insormontabili che non permettano che la richiesta vada in porto.
Ma quali leggi? Tutti restano sul vago e nessuno offre una spiegazione di quali possano essere questi cavilli che impediscono ad una madre e a un padre di salvare la vita al loro figlio.

Possibile che una serie di inerzie burocratiche debbano costare la vita a un bambino innocente?

Nemmeno in Italia una cosa del genere sarebbe capitata; il tutto perchè ci si lascia bloccare da questa burocrazia, da questo mal riposto senso di legalità che in alcuni casi, come questo ad esempio, danneggia anzichè aiutare.

Il caso ha finalmente unito lo Stato italiano che, stando alle dichiarazioni più o meno univoche, farà di tutto per risolvere questa vicenda.

Il fatto è molto seguito anche dal Vaticano e da Trump, ma l’unica speranza è che la premier britannica Teresa May intervenga nella giusta maniera per salvare una vita, non per distruggerla.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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