Il reddito complessivo totale dichiarato per l’anno 2020 ammonta a oltre 865,1 miliardi di euro, in calo di 19,4 miliardi rispetto all’anno precedente, per un valore medio di 21.570 euro, in calo dell’1,1% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l’anno precedente. È quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi 2021, relative ai redditi 2020, comunicate dal Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze.

L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.770 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.630 euro). Anche nel 2020, quindi, rimane cospicua la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.

Il calo dei contribuenti – Nel 2021 circa 41,2 milioni di contribuenti hanno assolto l’obbligo dichiarativo, relativo ai redditi del 2020, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione “redditi persone fisiche” e “730”, o indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta (certificazione unica – cu). Il numero totale dei contribuenti è diminuito di oltre 345.000 soggetti (-0,8%) rispetto all’anno precedente. Il Mef comunica i dati relativi alle ultime dichiarazioni dei redditi.

Il reddito medio più alto è dei lavoratori autonomi – Nel 2020 il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 52.980 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 19.900 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.720 euro, quello dei pensionati a 18.650 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 16.450 euro.

I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’84% del reddito complessivo dichiarato nel 2020: nello specifico, il reddito da pensione costituisce il 31% del reddito complessivo.

Tutti in flessione: imprese -11% e autonomi -8,6% – Nel 2020 tutti i principali redditi medi accusano flessioni più o meno marcate: dal -11% dei redditi d’impresa, al –10% di quelli da partecipazione-8,6% da lavoro autonomo, mentre più contenuto è il calo per i redditi da lavoro dipendente (-1,6%); fa eccezione il reddito medio da pensione, in aumento del 2%. Relativamente al numero di contribuenti, si registra un aumento del numero di pensionati (oltre 58.000 soggetti pari al +0,4%), effetto del meccanismo di quota 100 che ha anticipato temporaneamente il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. Diminuisce invece il numero di lavoratori dipendenti (circa 287.000 in meno): più in dettaglio, la flessione dei lavoratori a tempo indeterminato è dello 0,4%, mentre coloro che hanno contratti a tempo determinato diminuiscono del 3,8%.

Sono 22,6 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730 con un aumento di oltre 566.000 contribuenti rispetto all’anno precedente; 9 milioni di soggetti hanno presentato invece il modello redditi persone fisiche, mentre i dati dei restanti 9,6 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello “cu” compilato dal sostituto d’imposta. Nell’ambito delle spese per il recupero edilizio e per il risparmio energetico sono state introdotte sia le spese per il bonus facciate detraibili al 90% (che ammontano a 1,1 miliardi di euro di spesa) che le spese per il superbonus energetico al 110% (quest’ultimo effettivamente operativo solo negli ultimi mesi del 2022, per un ammontare di circa 132 milioni di euro di spesa).

In calo anche Irpef netta – L’imposta netta Irpef totale dichiarata nel 2021, e relativa al 2020, è pari a 159,3 miliardi di euro, (-3,5% rispetto all’anno precedente). Al netto degli effetti del bonus Irpef, l’imposta netta risulta pari in media a 5.250 euro e viene dichiarata da circa 30,3 milioni di soggetti, pari a circa il 74% del totale dei contribuenti.

Zero imposta per 1 su 3 – Circa 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus Irpef e trattamento integrativo, i soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,8 milioni. Rispetto al totale di circa 41,2 milioni di contribuenti hanno assolto l’obbligo dichiarativo, risulta che a non pagare l’Irpef è un soggetto su tre. Il ministero spiega che ”si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento”.

Il ministero ricorda che il ‘bonus Irpef‘ di 960 euro (80 euro mensili) è stato introdotto nel 2014 e riconosciuto ai titolari di reddito di lavoro dipendente e di alcuni redditi assimilati, la cui imposta sia di ammontare superiore alle detrazioni per lavoro dipendente. Dalle dichiarazioni per l’anno d’imposta 2020 risultano 12,8 milioni di soggetti con bonus spettante o trattamento integrativo per un ammontare di 11,9 miliardi di euro (+19,7% rispetto al 2019). Gli oneri detraibili rappresentano un’altra voce in grado di abbattere l’imposta. Il ministero ricorda che tra le spese che è possibile scontare al 30% sono comprese le erogazioni liberali per Covid-19, che sono stati pari complessivamente a 61 milioni di euro, da parte di oltre 200.000 contribuenti.

Per gli oneri detraibili al 19%, (pari a circa 27,2 miliardi) a partire dal 2020 la detrazione spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili, ad esclusione di alcune tipologie di spese sanitarie. Inoltre per alcune tipologie di spese (es: spese d’istruzione, universitarie, spese funebri, erogazioni liberali ad associazioni sportive dilettantistiche, Onlus, enti dello spettacolo, spese veterinarie, premi assicurativi) la detrazione viene ora commisurata al reddito complessivo: in particolare la detrazione spetta in misura piena per i soggetti con reddito complessivo fino a 120.000 euro e decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento del reddito complessivo di 240.000 euro. Queste modifiche spiegano il calo del 14,8% dell’importo totale di tali oneri, che ammontano complessivamente a 27,2 miliardi di euro.

Solo il 4% dei contribuenti sopra i 70.000 euro – Circa il 27% dei contribuenti, che dichiara circa il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 70.000 euro si posiziona circa il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70.000 euro, versando il 29% dell’Irpef totale.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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