Sgominata una banda di pregiudicati che partiva dalla provincia di Reggio Emilia, a bordo di veicoli intestati a prestanome, per percorrere le autostrade dell’Italia settentrionale, in particolare del Piemonte, della Lombardia e dell’Emilia Romagna al fine di intercettare, seguire e derubare furgoni portavalori impegnati nel quotidiano prelievo di denaro da istituti di credito o attività commerciali. 

Grazie all’inchiesta denominata “Coins&Cigarettes” sono state arrestate dalla Polizia Stradale di Torino tre persone e denunciate altre sei per rapina, furto aggravato e ricettazione. Il gruppo criminale, composto d’individui di etnia rom, prendeva di mira anche gli autocarri adibiti al trasporto di tabacchi lavorati. Questi dai centri di smistamento delle principali società di distribuzione dell’Europa meridionale avrebbero dovuto raggiungere i vari punti vendita del nostro Paese, ma erano rapinati durante il tragitto.

Le indagini avviate dal compartimento Polizia Stradale del Piemonte, in collaborazione con le Sezioni di Torino, Novara e Reggio Emilia, sono iniziate a seguito di un furto verificatosi nel gennaio di quest’anno di circa 200mila euro in denaro contante trafugato da un furgone portavalori destinato al prelievo degli incassi di alcuni caselli autostradali presenti lungo l’autostrada A/4 Torino – Milano. Sulla base del modus operandi dei colpi messi a segno, dei luoghi in cui questi avvenivano e degli indizi emersi in occasione dei furti, gli investigatori sono risaliti agli esecutori.

Tutti abitanti in provincia di Reggio Emilia e con innumerevoli precedenti penali specifici; ai fermati sono stati attribuiti almeno cinque furti.
Il gruppo criminale per piazzare la “merce”, in particolare il tabacco, si metteva in contatto con un complice utilizzando telefoni presi in prestito da ignari cittadini.
Gli stessi, che al momento non sono indagati, venivano avvicinati nei supermercati o negli autogrill da un elemento della banda che chiedeva loro di potere usare il cellulare per farsi venire a prendere dopo avere abbandonato l’auto usata durante il colpo. I criminali si rivolgevano al complice anche quando, in occasione del furto di denaro contante, si dovevano fare riaccompagnare nelle rispettive abitazioni poiché le auto utilizzate per commettere i reati, venivano abbandonante subito dopo avere cancellato tutte le tracce. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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