I tifosi dell’Ascoli sono stati difesi dagli azionisti della società marchigiana, dopo i fattacci successi al Manuzzi.
Andiamo con ordine.
Da Ascoli sono giunti un migliaio di tifosi, pronti a sostenere la squadra, bisognosa di punti.
La partenza sofferta, con un Cesena all’inizio in dominio, con un palo e varie occasioni.
Poi al minuto 15 l’inizio delle proteste: espulsione diretta(forse un pò eccessiva) per Jankto e rigore per il Cesena, poi sbagliato da Ciano.
E al 25 altra espulsione, stavolta giusta per Bianchi, che però ha scatenato l’ira dei tifosi, costretti ad assistere a 65 minuti in 9 della loro squadra.
Da qui l’inizio dei tafferugli: i tifosi marchigiani hanno cominciato a sedersi sulle barriere, dando da un momento all’altro l’impressione di invadere il campo, mirando l’arbitro.
Fortunatamente nulla di tutto ciò è accaduto, ma certamente la protesta è stata “vibrante”.
Vari petardi fatti esplodere, con un razzo indirizzato alla tifoseria di casa, e una bomba carta che ha lievemente ferito un vigile del fuoco, costringendo per pochi secondi l’arbitro ad interrompere la partita.
Poi l’intervento abbastanza deciso delle forze dell’ordine e la situazione si è lievemente calmata, coi tifosi che sono passati dalle azioni alle parole, insultando i supporters cesenati all’uscita dallo stadio.
Brutti episodi di non tifo, scatenati da una giornata non fortunata del direttore di gara.
Tifoseria dell’Ascoli “giustificata” dalla società, indignata per l’arbitraggio.
Peccato perchè i marchigiani, dopo l’impeto d’ira avevano dimostrato il vero tifo con cori ed incoraggiamenti ai loro giocatori dall’inizio alla fine di una partita iniziata male e finita anche peggio.
Questo è il tifo che tutti vorrebbero vedere, fatto di supporto alla squadra, e magari di qualche simpatico sfottò agli avversari, senza passare ai fatti.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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