Il Cesena con Camplone è migliorato in diversi aspetti del suo gioco. Maggior possesso palla(ora sfiora il 65 per cento a partita), maggior intensità di manovra, più occasioni create, più punti(comunque pochi) fuori casa.
Peccato che tutte queste belle statistiche se fini a loro stesse non portino punti.
Servono gol e vittorie e il Cesena latita in entrambe le cose.
Si la squadra segna poco, pochissimo rispetto a quanto produce e questo per vari motivi: non si compra sul mercato il classico bomber, cioè colui che in partite come quelle contro l’Ascoli avrebbero segnato almeno due gol aggiuntivi a quelli realizzati e che sarebbero stati meritati, data la mole di occasioni create.
Uno dei motivi per cui le realizzazioni sono poche è certamente lo scarso feeling con i calci piazzati. Specialmente i calci d’angolo, visto che tra Sensi l’anno scorso e Ciano quest’anno, gli specialisti non mancano.
Nemmeno dalla bandierina, in teoria, dovrebbero latitare, eppure il Cesena è la squadra che sfrutta meno i corner, tirandoli malissimo.
O troppo sul portiere, o troppo alti per tutti.Come successo anche ieri contro la Roma, contro cui sono stati regalati alle mani, come visto non proprio imperforabili di Allison 5 corner, escludendo i 3 calciati malissimo.
Appena 2 reti su questo tipo di azione sono scaturite nel corso della stagione, entrambe di Ligi, negli unici due angoli, guarda caso tirati bene.
La squadra che segna di meno in queste situazioni di tutta la serie B, e su questo Camplone deve lavorare, specialmente ora che Djuric, buon saltatore non c’è più.
Dunque come canterebbero Riccardo Cocciante e Mina, “questione di feeling, solo di feeling” tra il Cesena e i tiri dalla bandierina, che vanno assolutamente sfruttati meglio.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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