È finita la pacchia per i “cacciatori” di arbitri. Per ora sono solo dichiarazioni d’intenti sulla tolleranza zero, che però si spera prenda il via a breve con sanzioni sportive e penali molto più dure.

Dopo l’incivile aggressione al giovane direttore di gara di Ciampino, malmenato su un campo della periferia romana al termine di una gara di Promozione, il gruppo dirigente dei fischietti (Aia e Federcalcio) ha messo a segno un colpo, dal punto di vista politico, incontrando il vice premier per avere il pieno sostegno del Governo. Questa è un’emergenza educativa – ha dichiarato il ministro dell’Interno – mi rifiuto di militarizzare i campi di calcio, ma presto per chi sbaglia il conto sarà salato.

I numeri, raccolti dall’Osservatorio nazionale sulle violenze agli arbitri di calcio, confermano la gravità della situazione: 473 episodi violenti nei campionati dilettantistici e giovanili nel 2016/2017, 451 nel 2017/2018, 51 (dieci dei quali ritenuti gravi) nei primi quattro mesi della stagione in corso. Il 90% di questi episodi è stato compiuto da tesserati. Tutti devono sapere che chi sfiora un arbitro ne risponderà fino alla radiazione. Recentemente abbiamo buttato l’occhio anche all’Argentina come centro del tifo demenziale.
In tal senso l’agguato al pullman del Boca resterà tra le pagine più nere della storia del calcio.

Se la finale della stracittadina di Coppa Libertadores tra le due squadre più gloriose, il River Plate e il Boca Juniors, anziché come una festa è stata vissuta come una guerra, credo significhi che siamo vicini al punto di non ritorno. Se anziché decidere l’immediato rinvio le autorità politiche e calcistiche hanno fatto pressioni di ogni sorta per giocarla subito, pur di non perdere i diritti tv, la sola spiegazione possibile è che i delinquenti la loro triste attività la sanno svolgere, i dirigenti a ogni livello no.

Il ritorno della finale è stato giocato ventotto giorni dopo di quello dell’andata (finito 2 a 2), in campo neutro a Madrid, ed è terminato con il risultato di 3 a 1 per il River Plate. Venti arresti e tre agenti feriti sono il bilancio degli scontri a Buenos Aires per la festa dopo la vittoria della coppa. Fortunatamente lontani da quei teatri, ma sempre a pieno titolo nel terzo mondo dell’educazione sportiva, il nostro bilancio attuale – salvo notizie di giovani arbitri pestati nei campionati minori che in genere arrivano a scoppio ritardato – è quello dei cori razziali contro Napoli e i napoletani negli stadi, e d’insulti sessisti verso le giocatrici del campionato femminile di serie A.

Se i primi fanno oramai parte dell’arredo acustico degli stadi nel centro-nord, cosa dire dei secondi? Per di più strillati e ritmati proprio nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, con giocatori e arbitri pitturati di rosso sulla guancia. Ammesso ci sia una spiegazione, temo che le dirette tv influiscano – da quest’anno trasmettono anche il calcio femminile – perché se è vero che l’imbecille ha modo di farsi riconoscere nel web, è altrettanto vero che l’ebrezza della telecamera resta un’altra libidine.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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