Da quasi dieci anni sappiamo dove verrà disputata l’edizione numero ventidue del Campionato Mondiale di calcio; per essere precisi, la decisione è stata presa il 2 dicembre del 2010 a Zurigo, nella Sede della FIFA, ed è stato appunto il Qatar, primo paese mediorientale, ad aggiudicarsi l’organizzazione della maggiore manifestazione calcistica mondiale.
A fronte di numerose candidature, poi ridottesi per le rinunce di Messico e Indonesia, furono il Qatar, gli Stati Uniti, il Giappone, l’Australia e la Corea del Sud e disputarsi l’ambito progetto, non senza le solite polemiche e voci ricorrenti di qualche “intervento” poco consono alle regole comportamentali dei vari paesi organizzatori.
Alla fine, dopo la votazione dei ventidue membri del Board della FIFA, è stata il Qatar a prevalere in maniera piuttosto netta, giocandosela con gli Stati Uniti, usciti sconfitti nella votazione finale per otto voti a dodici.

Ho parlato poche righe sopra, di polemiche scoppiate sin dal momento delle votazioni, ed all’uopo va ricordato come ai vertici di FIFA ed UEFA, ci fossero nel 2010, Blatter e Platini, ovvero coloro che nel 2015 vennero coinvolti in un caso di corruzione, a seguito del pagamento, di Blatter a Platini, di due milioni per consulenze svolte tra il 1999 ed il 2002, ma allargatesi poi anche all’inchiesta relativa a “mazzette milionarie” elargite dalla federazione qatariota proprio per aggiudicarsi il Mondiale 2022.
Le prime voci di manovre per influenzare la votazione finale, nate in Inghilterra e seguito di documenti e giri illeciti di denaro, hanno naturalmente alzato un’enorme polverone sui vertici del calcio mondiale e messo in discussione la disputa del torneo in Qatar, ma saltate alcune teste e sostituiti alcuni dei personaggi coinvolti (tra cui appunto Blatter, il “Papa” del calcio mondiale, dittatore di un sistema di corruzione e malaffare), tutto è tornato alla solita routine, anche perché non è così semplice sostituire un paese organizzatore in corsa, trovare qualcuno con stadi e strutture pronti ad ospitare una manifestazione come il Mondiale.
Qatar dunque sia, con l’iniziale ventilata possibilità di portare da 32 a 48 le quadre partecipanti, cosa che poi è stata rinviata all’edizione successiva del 2026, quella che si disputerà in Canada, Messico e Stati Uniti, mentre la grossa novità è diventata quella del periodo in cui si giocherà, ovvero dal 21 novembre al 18 dicembre, con conseguente stravolgimento dei calendari di moltissimi campionati in tutti i continenti!

Una cosa mai vista quella di giocare in inverno, ma decisamente impossibile da cambiare, visto il clima in Qatar durante il periodo estivo; giocare in inverno vuol dire andare in campo con temperature anche di trenta gradi, ma il clima è solitamente quello che noi consideriamo primaverile, senza la torrida afa estiva, e considerando poi che i dodici stadi che vedranno la disputa degli incontri, sono dotati di climatizzazione, che permette di non superare mai i ventisette gradi centigradi, mantenendo livelli costanti di umidità, permettendo quindi a calciatori e spettatori tutto il confort possibile.

Di tempo ce n’è ancora tantissimo, ma la curiosità è almeno altrettanta, per lo spettacolo in campo ma anche per un Paese ai più sconosciuto, ma dove i soldi non mancano e dove lo sport, quello del business, è ormai di casa, che sia motoristico, ciclistico o che veda protagonista il pallone.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapress

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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