La politica è spesso un gioco di compromessi, parole spese e “dimenticate”, promesse che fanno il paio con le parole; nulla di nuovo naturalmente e questo vale per i politici di tutto il Mondo, con la differenza che in alcune parti si tengono elezioni, in altre si ammazza il leader, ma sono “sottigliezze”.

In questi giorni tristi di invasioni, di guerre e di morte, con Vladimir Putin ad occupare il centro della scena, c’è ovviamente chi si è schierato contro il Premier russo, e sono i più, ma c’è anche chi lo ha difeso, addirittura elogiato, nella “figura” politica ed umana; d’altra parte occorre considerare quanti “baciapile” e tristi politico-faccendieri si sono avvicinati alla sua corte, prostratisi per qualche milione di metri cubi di gas su cui farci (anche) l’immancabile “cresta”, magari per qualche favorino da amici degli amici per finanziare una campagna politica o quant’altro.

Tutto normale in fondo, Putin è il leader di un Paese che ha una ricchezza nel sottosuolo necessaria a tutti o quasi e lasciare da parte l’eventuale colore (ma c’è ancora?), diventa una cosa che in politica fa rima con ridicolo, perché TUTTO finisce ben dietro all’interesse, persino l’ideologia!
Quanti abbiamo sentito a cavallo tra febbraio e marzo tessere un giorno le lodi di Putin ed il giorno dopo iniziare a mettere qualche puntino sulle i, nel momento in cui non era più così “conveniente” esporsi in un certo modo? Pure uno stupido lo si mena per il naso ma si sveglia un mattino e gli si accende una lampadina, quella del dubbio ed un politico, magari di spicco o che ambisce a diventare il primo di tutti, può permettersi di …. perderlo? Uno va e viene, ma se quell’uno si moltiplica? Uno per diecimila non fa uno …. e certi numeri in politica contano eccome.

Che la giravolta, magari anche solo stando zitti, la facciano i politici italiani, è la norma e non ci stiamo quasi neppure più attenti, almeno chi non la vive in maniera primaria, non è troppo politicizzato; quindi sentire chi da sinistra, chi da destra, cambia versione a convenienza, è un modus operandi cui siamo abituati da decenni.
Però anche le giravolte di personaggi della politica mondiale non ci stupiscono più di tanto; sapere che la francese signora Le Pen stia facendo distribuire oltre un milione di dépliant elettorali con la propria effige, con il racconto del programma elettorale, le idee e la storia di quella che viene chiamata “l’avvocatessa di tutti i francesi ” (ognuno ha il proprio avvocato del popolo e c’è chi copia e non solo il curriculum vitae), è cosa assolutamente normale.

Quello che però non va più bene nelle otto pagine della leader della destra francese, è la fotografia che la ritrae in una stretta di mani proprio con Putin, magari ringraziando per l’appoggio finanziario di alcune banche russe alla corsa della candidata di destra alle Presidenziali del 2017; all’epoca la vicinanza con lo zar significava considerazione internazionale, mentre oggi? La cosa è diventata un tantino diversa, vero?

E che dire di Donald Trump, uno che non più di una settimana fa aveva elogiato genialità e capacità tattica di Putin e ieri ha parlato invece di olocausto da fermare, di smettere di uccidere persone? In realtà il tycoon non è che abbia cambiato opinione, è invece già ben focalizzato sulle presidenziali del 2024, dove riproporrà la sua candidatura e quindi inizia a sparare le proprie cartucce.

Infatti Trump non è che abbia cambiato idea, ma solamente usato la guerra per attaccare chi lo ha sconfitto, il Presidente Biden, rinnovando l’accusa di brogli, autoelogiando di contro la propria figura, il proprio peso politico, che lo avrebbe portato ad impedire di fatto la guerra, vista la sua “affinità” con l’omonimo russo; insomma, anche qui nulla di nuovo dato che l’ego dell’ex Presidente è ben noto e difficilmente riducibile.

Il resto dei giravoltai è fatto di tante figure mosse naturalmente dal “comodo”, dal susseguirsi di avvenimenti che scrivono le parole ed i pensieri di chi ha necessità di aiuti, finanziamenti, appoggio, e lo cerca in qualunque posto, da chiunque, e che importa se gli alleati di ieri sono nemici oggi e torneranno ad essere alleati domani? Putin? Un grande leader se ti vende il gas, un assassino da fermare se il gas non te lo vende più o ha quintuplicato i prezzi ….

Intanto però la guerra va avanti, tra propaganda e bombe, dichiarazioni e missili, minacce e morti, perché non è così facile trovare una soluzione, neppure per Putin, che agita lo spettro nucleare, si dimostra inflessibile nel volere l’annessione di nuovi-vecchi territori, ma …. ha pure lui i suoi problemi, interni e non; a cosa servirebbe infatti una terza guerra mondiale se non alla distruzione dell’umanità? E Putin chi sarebbe nel caso se non un nome tra i morti? A cosa servirebbe essere il responsabile di un conflitto mondiale se non resterà nessuno a saperlo? Entrare nella storia, nel bene come nel male, è l’ambizione dei megalomani, ma bisogna che qualcuno la storia poi la legga, altrimenti a cosa serve?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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