Da un protocollo all’altro, da un rinvio all’altro, tra polemiche, cambi di opinioni (oggi non si deve giocare, domani invece si), interventi più o meno logici, senza mai prendere una decisione che fissi “davvero” un percorso e delle regole che siano quelle e vadano rispettate.

Il calcio continua ad essere alla mercé di tutti, visto che manca chi prende in mano la patata bollente e mette tutti a tacere; se si mette davanti a tutto la salute, allora si può giocare a calcio balilla, se invece si vuole finire la stagione la si smetta e si vada in campo, ognuno prendendosi le proprie responsabilità, senza che l’eventuale capro espiatorio non debba essere il medico sociale.
Si vuole ridare agli italiani il loro gioco preferito, si vuole ride stare la loro passione? Se così è che si ricominci e nel caso ci sia un positivo, si faccia come in Juve-Inter …. convocato e in quarantena due/tre giorni dopo, e se infetta tutti pazienza, vorrà dire che si giocherà un campionato di …. positivi!

Intanto si parla di riforme, ma ancora si deve discutere di contratti, perché quelli scadono il 30 giugno ed ancora nessuno sa cosa succederà; ad esempio chi pagherà e quanto il calciatore già ceduto? E chi se ne andrà per fine contratto? Se non avesse ancora una squadra e si infortunasse il 25 luglio?
Roba da poco dirà qualcuno, come da poco è la necessità di rispettare norme che comportano spese ed oneri che proprio da poco non sono per chi sguazza nei debiti, tra tamponi, controlli ed amenità varie, mentre ci sono Scudetto e Coppe in ballo, oltre a retrocessioni e posti “inutili” di classifica.

Se andrà male si finirà comunque con play off e play out, che nessuno pare volere? Certo un piano B ci vuole, se poi debba voler dire una coda indigesta per i più, lo sapremo solo cammino facendo, ammesso che il cammino riprenda davvero.
Se poi non sarà per quest’anno, qualcuno, insieme alla tanto sospirata riforma dei campionati, ha già parlato di di dotare la prossima stagione su di un solo girone, diciannove partite e poi le prime dieci a giocarsi il traguardo migliore e le ultime dieci a scontrarsi per chi va in cadetteria, alla faccia del campionato regolare!!! A già, nel 2021 ci sono gli europei (forse) e mica si può giocare da ottobre al Natale dell’anno dopo ….

Mah, certo che fino a ieri bisognava passasse anni per cambiare una virgola (salvo che le regole servissero per un tricolore dei “potentati”) e oggi è bastato un semplice virus perché il banco saltare e per eliminare di fatto la Serie C? Non sarà che il suo Presidente di Lega ha rotto gli zebedei a messer Gravina, tra l’altro proprio ex della Lega di C, e deve pagarla una volta per tutte, altro che decidere che la terza serie si ferma ed i giochi vengono dichiarati chiusi? Certo, il subbuglio non manca, anche perché chi in Serie C ha i soldi per rispettare i protocolli imposti?

Insomma, è sempre il solito “casino” e pensare che si deve ancora cominciare ad allenarsi sul serio, perché è farlo senza partitella, contatti e sudore? Gli altri giocano? E chi se ne frega eventualmente? Si potrà decidere autonomamente o bisogna andare per forza dietro ai tedeschi? Ma i germanici li accusato di essere i babau cattivi per tutto e di piu, e poi dobbiamo seguirli per il pallone?
Dai su, che si riprenda a fare sul serio, che ci si alleni e tra tre settimane tutti in campo, allenati e pronti veramente poco importa, al massimo qualcuno si infortunera, ma questa è poca roba rispetto alle rinunce patite negli ultimi mesi da tutti.

A proposito di infortuni, ecco arrivare la brutta tegola di Ibrahimovic, probabilmente quello più preparato di tutto il calcio italiano, visto che in Svezia si è allenato regolarmente, partitella comprese; questo non sta per forza ad indicare che ci sia chissà quel rischio per chiunque, ma due mesi a palleggiare in salotto sono tanti e forse sarebbe davvero preferibile riprendere con …. il calcio balilla!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto LaPresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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