Oggi insegna Scienze Motorie all’Università, ma chi può scordare il suo battere gioiosa le mani dopo il salto che le valse l’oro olimpico a Mosca 1980? Sto parlando di Sara SIMEONI, la “signora” dell’atletica femminile italiana, la prima italiana a vincere un’Olimpiade dopo l’ostacolista Ondina VALLA, oro a Berlino 1936.
Nata a Rivoli Veronese il 19 aprile 1953, Sara avrebbe voluto divenire una ballerina classica, ma era altissima e poi, per ballare, avrebbe dovuto trasferirsi a Milano, alla scuola della Scala, cosa che avrebbe voluto dire lasciare Verona, la sua famiglia.
Così l’atletica divenne il “suo balletto” e quei ritti che tenevano su un’asticella da superare divennero la sua specialità, iniziando da un 1 metro e 25, che a dodici anni era un bel risultato; quando un anno dopo saltò dieci centimetri in più e non capiva perché la festeggiavano in tanti, le dissero che mai nessuna aveva saltato quella misura alla sua età.
Così le cose andarono avanti e quando a maggio del 1970 divenne primatista italiana con 171 centimetri, la cosa sembrò la naturale evoluzione delle sue capacità, l’inizio di una storia agonistica che durerà sino al 1986; intanto, di centimetro in centimetro il primato migliora, 175 centimetri a fine 1970, poi l’anno successivo la eguagliano prima Laura Bortoli (cui la Simeoni aveva strappato il primato), poi la torinese Silvia Massenz.
Con Silvia è un bel duello, Sara sale a 1,76 e Silvia ribatte con 1,77, fino all’europeo di Helsinki, dove Sara finisce nona con 1,78 …. (mentre intanto arriva anche la prima medaglia internazionale, l’argento ai Giochi del Mediterraneo di Smirne, dove salta 1,74), da lì non ha più rivali e l’anno successivo alle Olimpiadi di Monaco l’1,85 le vale il sesto posto, oltre che l’ennesimo record nazionale.
Nel 1973 vince il bronzo alle Universiadi di Mosca, mentre nel 1974 il bronzo è europeo, a Roma, dove porta il record a 1,89, per batterlo di un centimetro un paio di settimane dopo; nel 1975 è quarta agli europei indoor, argento alle Universiadi ed oro ai Giochi del Mediterraneo, con misure sempre intorno all’1,88/1,89, mentre il nuovo record arriva insieme all’argento all’Olimpiade canadese di Montreal, dove l’1,91 non le basta per battere la tedesca dell’Est Rosemarie Ackermann.
Sara non demorde e continua a salire …. 1,93 nel 1977, 1,95, 1,97, 1,98, nel 1978, anno in cui a Brescia, in una quasi anonima sfida amichevole tra Italia e Polonia, Sara salta 2,01 PRIMATO DEL MONDO!!!! Molti sono scettici circa la misura, ma un filmato dimostra la veridicità del primato, che Sara ribadisce vincendo gli europei a Praga, sempre con 2,01, giusto per mettere le cose in chiaro!
Intanto oltre al record arrivano vittorie importanti: Europei indoor 1977 e 78, Universiade 1977, Europei all’aperto , come detto, 1978 …. con l’allenatore/fidanzato, l’ex altista Erminio AZZARO a seguirla in allenamento ed in quei salti vincenti e da record, a darle stimolo e fiducia in quelle lunghissime ed estenuanti sedute, dove però mai si esagera, perché il lavoro non deve mai essere portato oltre i limiti, soprattutto mai deve essere abbinato a qualcosa che si chiama …. doping ….
Nel 1979 arriva il bronzo alle Universiadi e l’oro ai Giochi del Mediterraneo e nel 1980, agli Europei indoor è nuovamente oro, poi …. poi ecco Mosca e l’Olimpiade del boicottaggio americano, dove gli azzurri partecipano solamente se non vestono le maglie di Società delle Forze Armate, sfilando non sotto il Tricolore, ma sotto la bandiera del CONI ….
Mennea (200 metri piani), Damilano (20 km di marcia), Simeoni (salto in alto), sono loro i tre azzurri che tornano a casa con l’oro al collo; Sara salta 1,97 e batte la polacca Kielan e la tedesca dell’Est Kirst (entrambe ad 1.94), mentre la Ackermann deve accontentarsi della quarta piazza con 1,91.
nel 1981 la Simeoni vince l’oro agli Europei indoor ed alle Universiadi, mentre nel 1982 è bronzo agli Europei all’aperto di Atene.
Dopo un 1983 non fortunato, nel 1984 è nuovamente tempo di Olimpiadi, questa volta negli Stati Uniti, a Los Angeles, e Sara, manco a dirlo, c’è eccome …. l’oro lo vince la tedesca (Ovest) Ulrike Meyfarth, che bissa il successo di dodici anni prima a Monaco, ma la Simeoni è seconda, con un nuovo 2 metri da sogno, a coronamento di una carriera speciale, in tutti i sensi!
Il 1986 è l’ultimo anno di gare, poi la Simeoni dice giustamente basta, l’anno dopo sposa il suo grande amore Erminio Azzaro e …. inizia una nuova vita, insegnando ai ragazzini, mai presa in considerazione da quello che è stato il suo mondo per quasi vent’anni, probabilmente troppo famosa …. e brava …. per essere presa in considerazione da chi vuole , a sua volta, essere protagonista, senza nessuno che gli faccia ombra ….
Peccato, perché davvero l’atletica avrebbe avuto ed avrebbe bisogno di persone come Sara SIMEONI, persone vincenti senza mai ricorrere a sotterfugi, ad alchimie, cosa che, sono i fatti a dirlo, altri hanno invece usato a piene mani, addirittura “spinti” da chi li allena/dirige e dovrebbe invece ….
Ma questi sono altre cose, altri discorsi che non passano neppure di striscio vicino a questa grande donna, a questa campionessa di nome SARA SIMEONI!
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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