Per parlarne adeguatamente lo spazio di un articolo non basta certamente, ma vedremo di “raccontarlo” comunque al meglio, questo signore nato a Tunisi l’11 settembre 1933, di padre italiano e madre di origine russa; Nicola Pietrangeli è certamente stato il miglior tennista della storia azzurra, estremamente longevo, dato che ha giocato in doppio fino al 1977, dotato di una classe immensa, con colpi (specie il rovescio) sempre imprevedibili ed una capacità fantastica di usare il polso e disorientare l’avversario con palline potenti ed estremamente precise.

Uno così avrebbe potuto, e dovuto, vincere tutto, ma Pietrangeli oltre al tennis ha sempre amato la bella vita, il divertirsi, molto più dell’allenarsi e della fatica, tanto da doversi “accontentare” di vincere, in singolare, due volte a Roma (1957, 1961) ed altrettante a Parigi (1959, 1960), oltre a perdere altre due finali sia negli Internazionali d’Italia (1958, 1966) che in Francia (1961, 1964); questo insieme al record del piazzamento a Wimbledon di un italiano (semifinalista nel 1960).

Quanto al doppio, in coppia con Orlando Sirola, fu finalista nel 1956 sull’erba inglese, sconfitti dalla coppia australiana Hoad-Rosewall, mentre nel 1959 i due vinsero a Parigi, contro altri due Aussie, Emerson e Frasez; sempre in Francia, Pietrangeli si è aggiudicato il Torneo 1958 di doppio misto, in coppia con l’inglese Shirley Bloomer.

Pietrangeli è anche stato un grande interprete della Coppa Davis, dove ha disputato la bellezza di 164 incontri (110 in singolare, 54 in doppio), vincendone ben 120 (78 e 42), senza però mai riuscire ad aggiudicarsi la prestigiosa “insalatiera d’argento” sul campo, sconfitto dai terribili australiani sia nel 1960 (in Australia, dopo aver sconfitto in semifinale gli USA, che giocavano con gli Aussie la finale ininterrottamente dal 1938) che nel 1961, questa volta al Foro Italico di Roma.

Nick, come è stato amichevolmente soprannominato, è però riuscito a vincere la Davis da capitano non giocatore, nel 1976 (4-1 il risultato finale), quando contro il parere dei più (ed in special modo dei politici), portò Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli a disputare la finale a Santiago del Cile, allora sotto la ferrea dittatura del generale Pinochet; nel 1977 gli azzurri disputarono nuovamente la finale, ma ancora una volta si trovarono davanti una grande Australia e dovettero arrendersi per 3-1, la sconfitta segnò anche la fine dell’avventura di Pietrangeli da capitano della Nazionale azzurra, una decisione alquanto inspiegabile visti i risultati ottenuti.

Grande tennista ed anche grande personaggio, Pietrangeli, è famoso non solo per il suo rovescio, ma anche per l’eleganza in campo e fuori, così come la sua galanteria e lo charme nei confronti del “gentil sesso”, tanto che la sua compagna di doppio misto più famosa, Lea Pericoli, lo definiva poco affidabile, per la galanteria nei confronti delle avversarie; indiscutibilmente personaggio poliedrico, il Nick, visto che oltre al tennis si è dedicato al cinema, alla televisione (ha presentato l’edizione 1976/77 della Domenica Sportiva, insieme ad Adriano De Zan, oltre a vincere un Telegatto per la trasmissione radiofonica “Carta bianca”, con Lea Pericoli e Gianni Rivera.

Spesso, dice lui stesso, si è sentito chiedere quanto avrebbe potuto vincere di più allenandosi con maggiore serietà, ma la sua risposta è sempre stata la stessa: ” certo, ma sapeste quanto mi sarei divertito di meno ….”; ecco, molto se non tutto del Nicola Pietrangeli tennista, ma anche dell’uomo, sta in questa risposta, sincera quanto specchio del suo carattere, di quell’abbinare il talento sportivo allo scanzonato modo di vivere di un grande certamente, il più grande in assoluto del tennis italiano di ogni tempo.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Contrasti

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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