Quella della ginnasta rumena Nadia Comaneci è la storia di una protagonista assoluta dello sport mondiale; probabilmente, ma fare paragoni è sempre difficile, la migliore in assoluto tra le ginnaste di tutti i tempi, quantomeno colei che ha cambiato la storia di questo sport, la prima ad essere arrivata alla perfezione assoluta, la prima a cui i giudici hanno assegnato il 10,00, il massimo ottenibile.

Nata il 12 novembre 1961, ad Onesti, in Romania, Nadia ha iniziato a fare ginnastica all’età di tre anni; notata dall’allenatore della formazione rumena (Béla Karolyi), già nel 1969 partecipa ai Campionati nazionali junior e da lì inizia quella che è una scalata eccezionale.

Vince il titolo nazionale nel 1970 e nel 1971 inizia a cimentarsi a livello internazionale, vincendo quasi sempre e dimostrando un talento che nel 1975 la porta a trionfare agli Europei di Skien, dove conquista ben quattro medaglie d’oro ed un argento, mentre nel test pre-olimpico gli ori conquistati sono due, insieme a tre argenti.
Nel 1976, ai Giochi dell’American Cup conquista il primo 10,00 in carriera, il primo assegnato nella storia della ginnastica, che però non viene omologato in quanto non si tratta di una competizione di Federazione internazionale; basta però aspettare pochi mesi perché quello è l’anno delle Olimpiadi, a Montreal, e qui alle parallele Nadia compie un esercizio spettacolare, perfetto, ed il 10,00 che le viene assegnato la fa entrare nella storia.

I trionfi la fanno assurgere a stella del firmamento sportivo, ma non tutto è rose e fiori; Nadia è rumena ed in quegli anni il suo Paese vive sotto il dominio della famiglia Ceausescu ed il dittatore Nicolae e la moglie Elena la trasformano in un mezzo di propaganda politica, conferendole il titolo di “eroe del lavoro socialista”.
La celebrità ha però anche i propri risvolti negativi; Nadia infatti finisce sotto le attenzioni del figlio del dittatore, Nicu, che inizia con lei una storia amorosa, fatta però di violenze sessuali e psicologiche, di abusi e ricatti.

La storia va avanti per sei anni e Nadia pensa che tutto possa finire se la sua carriera di ginnasta perderà l’aura della campionessa, della vincente ed inizia quindi un periodo in cui la sua vita non è contraddistinta da tutti i sacrifici che comporta essere la migliore, tentando persino il suicidio; ben presto si rende però conto che solo se continuerà ad essere vincente potrà probabilmente riuscire a fuggire, salvarsi.

Nel 1978 e nel 79, Nadia torna l’atleta vincente di sempre e si prepara per le Olimpiadi di Mosca 1980, ma deve fare i conti con giurie sfacciatamente favorevoli alle atlete di casa; il bottino è in ogni caso importante, dato che conquista due ori ed altrettanti argenti.

L’appuntamento è per i giochi olimpici 1984, ma nel frattempo i suoi allenatori (Karolyi e la moglie) fuggono negli Stati Uniti ed a Nadia viene impedito di uscire dal proprio Paese, cosa che le fa decidere di abbandonare le gare e di dedicarsi al ruolo di allenatrice; i riflettori così si spengono ed anche la celebrità ed il trattamento privilegiato diventano un ricordo, tanto che viene multata per essere salita su di un pullman senza il biglietto.

Fuggire è l’unico modo per pensare di avere un futuro dignitoso come persona ed una lunga marcia la porta una notte ad attraversare il confine con l’Ungheria, dove l’aspetta un amico; raggiunge quindi gli Stati Uniti dove intraprende la carriera di allenatrice, sposa l’ex ginnasta Bart Conner, conosciuto alle Olimpiadi del 1976.
Questa è, in breve, la storia di Nadia Comaneci, regina assoluta della ginnastica mondiale, stella nello sport ma anche “usata” nel suo Paese grazie alla propria bravura, ai suoi successi; la sua è stata una vita di trionfi, costati però carissimi sotto l’aspetto personale e non solo per quanto riguarda i sacrifici che lo sport comporta.
Nadia è comunque riuscita, grazie alla tenacia, alla forza del proprio carattere, ad ottenere quella libertà negatale in Romania, da una dittatura che, anch’essa, è finita, in un’anonima casa di confine, dopo un tentativo di fuggire cui pochi colpi di pistola hanno decretato la fine.

Come detto all’inizio, è difficile stabilire chi sia il migliore della storia di ogni sport, ma Nadia Comaneci ha scritto pagine splendide, segnato un’epoca, l’inizio di una nuova era per la ginnastica artistica mondiale.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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