A cavallo tra la primavera e l’estate del 2020 avevamo presentato una serie di articoli in cui si tratteggiavano le figure di alcuni tra i protagonisti dello sport italiano, ma non solo, di tutti i tempi e di discipline spesso considerate di secondo piano, o perlomeno non sempre agli onori delle cronache odierne; il seguito avuto dalla rubrica, proseguito nel corso dei mesi, ci ha portato alla decisione di presentare ai nostri lettori altri personaggi che hanno fatto grandi le rispettive discipline, ringraziando tutti coloro che ci hanno regalato preziosi suggerimenti ed augurandoci di soddisfare ulteriormente le vostre curiosità in materia.

Il personaggio scelto per il nuovo capitolo di PROTAGONISTI è un signore che ha fatto grande il basket italiano, il primo cestita azzurro entrato nel Naismith Memorial Basketball Hall oh Fame (2003), ovvero il maggior riconoscimento che un giocatore possa ricevere, oltre ad essere inserito nella Hall of Fame della FIBA e dell’Italia Basket.

Stiamo parlando di Dino MENEGHIN, icona assoluta della pallacanestro di casa nostra, nato il 18 gennaio 1950 ad Alano, in provincia di Belluno; un “omone” di 204 centimetri che in carriera ha vinto tutto ciò che si poteva conquistare a livello di club e con la Nazionale italiana ha conquistato un argento olimpico, oltre ad un oro e due bronzi europei.
Meneghin ha diviso la propria carriera tra Varese e Milano, con una parentesi, verso fine carriera, a Trieste, risultando immancabilmente il punto di riferimento della propria formazione, leader riconosciuto di formazioni che hanno dominato in Italia e nel Mondo.

Il curriculum di Dino parla in proposito da solo: 12 Scudetti, 6 Coppe Italia, 2 Coppe delle Coppe, 1 Korac, 7 Coppe dei Campioni e 4 Intercontinentali! Basta questo per designarlo come il miglior giocatore italiano di tutti i tempi? Nel caso si potrebbe andare avanti con il secondo maggior numero di presenze in azzurro (il primo è Pierluigi Marzorati, già protagonista della nostra rubrica) o il medesimo traguardo tra i marcatori, sempre in nazionale, dietro ad Antonello Riva (di cui parleremo in un prossimo appuntamento).

Non essere mai il primo in classifiche individuali conta al momento di conferire premi o stilare classifiche? Nel caso di Meneghin assolutamente no, perché Dino è stato un leader come mai altri, capace di essere protagonista o di lasciare la ribalta ad altri e favorirne il successo, a seconda delle necessità, perché questo è il ruolo reale di chi si mette al servizio non di se stesso ma della squadra, dei compagni.

Meneghin è stato ed ha fatto la storia della pallacanestro italiana, che la maglia indossata fosse quella di Varese, di Milano, o di Trieste, così come quella della Nazionale, dominando sotto canestro ed in campo allo stesso modo dell’essere figura carismatica nello spogliatoio, trascinatore dei compagni e spalla per ognuno di loro, quando tutto andava bene come nei momenti in cui occorreva stringere i denti.
Finita la carriera agonistica Dino ha intrapreso la carriera dirigenziale, Team Manager per Milano ed in Nazionale, diventando successivamente (2008) Commissario Straordinario della FIP ed in seguito (dal 2009 al 2013) presidente della stessa Federazione.

A soli vent’anni Dino fu chiamato dalla NBA, selezionato dagli Atlanta Hawks, quale primo giocatore italiano per il campionato più prestigioso del Mondo, chiamata ripetutasi nel 1974, quando fu la volta dei New York Knicks di convocarlo per un colloquio; in entrambi i casi Meneghin declinò le offerte, non voleva perdere la possibilità di giocare in Nazionale, decidendo di rinunciare alla NBA, ma diventando comunque un grande.

E che la carriera di Dino Meneghin sia stata quella di un cestista di valore mondiale lo certifica proprio l’inserimento tra le stelle mondiali conferitogli nel 2003, alla presenza di tanti ex compagni ed avversari di tante battaglie, che ne hanno esaltato i risultati ma soprattutto il carattere sportivo ed umano.

Meneghin ha vinto e fatto vincere qualunque sia stata la maglia indossata, esaltato dai propri tifosi e rispettato da quelli avversari, proprio perché lealtà e correttezza sono state indiscutibili punti di forza di tutta la sua carriera; chi ha vissuto e seguito i suoi trent’anni sul parquet ne ha sempre e comunque apprezzato la figura carismatica, magari “odiandolo” sportivamente da avversario, ma mai prescindendo da una figura umana e sportiva rare qualunque sia la disciplina seguita.
Tanti ritengono di ergersi alla figura di leader, per presunzione soprattutto, in campo sportivo come nella vita di tutti i giorni, senza la consapevolezza che leader si nasce e sono gli altri a certificarne la figura, il carisma, la forza, le caratteristiche, non comuni ma fondamentali; quelle caratteristiche che in Dino Meneghin sono seconde solamente all’umiltà di mettersi al servizio degli altri.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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