Consapevolmente o meno ogni anno l’individuo si riconnette ai ritmi della Natura, al sacro ciclo annuale di risveglio dei sensi, tempo in cui lo “spirito della Natura” riapre la vita al mondo, diventa un tutt’uno con ciò che germoglia e fiorisce.

Il sole in primavera illumina e scalda le piante e l’uomo, come una sorta di essere invincibile che trionfa in cielo e in terra, riportando l’individuo alla salute perfetta.
Nell’aria frizzante della primavera si avverte anche l’influsso di un’altra divinità, chiamato dagli antichi Mercurio, lo “Spirito dell’aria”.

Il processo alchemico mercuriale avviene quando gli elementi dell’aria e dell’acqua si mescolano e in primavera, quando l’aria si riscalda e le acque evaporano per poi scendere sottoforma di pioggia sulla terra, gli elementi manifestano la loro potenza divina.
Mercurio è una divinità molto vicina all’uomo, egli ha sempre mantenuto una forma di contatto intimo e segreto con ogni individuo e a tal proposito i saggi rinascimentali lo invocavano come Ermete Trismegisto: Hermes, il tre volte grande.

In questo periodo ogni anno i quattro elementi formano tra di loro un circolo, un grande serpente di fuoco che roteando crea energia nell’essenza della Natura.
Gli etruschi chiamavano il loro Mercurio “Turms”, colui che mescola di continuo gli elementi, la divinità della Metamorfosi, che muovendosi li rimette in circolo e rinnova la vita.

Le tracce della festa di primavera più antica al mondo sembrano risalire circa a 4700 anni fa, quando in Egitto si celebrava la festa di “Sham el Nessim” (letteralmente significa “fiutare il vento”), il nome della festività sembra derivare dal termine “Shamo”, che significa rinnovo della vita, collegato con l’inizio della Creazione. Essa corrisponde alla stagione del raccolto, l’annuncio della festa veniva dato la sera prima dei festeggiamenti davanti alla grande Piramide, secondo alcune fonti le prime celebrazioni di Shamo furono nel 2700 a.C., verso il termine della terza dinastia; secondo Plutarco, in occasione della festività, venivano indetti banchetti con pesce salato, lattuga e cipolle, offerti successivamente alle divinità.

Ancora oggi la festa è celebrata con l’antica simbologia, il giorno di Sham el Nessim la gente si riversa nelle strade e nei prati facendo pic-nic con pesce salato come da tradizione, uova bollite e colorate, semi di lupino, cipolle verdi e lattuga. Il pesce secondo usanze ancestrali rappresenta l’abbondanza, mentre le uova simboleggiano la rinascita e il Cosmo. Anticamente le uova raffiguravano la Fenice, uccello che, secondo la leggenda, prima di morire preparava un nido a forma di uovo, poi si adagiava al centro del nido e si faceva incenerire dai raggi del sole, dalle ceneri poi nasceva l’uovo dal quale la Fenice riprendeva la vita.
Un’altra importante festività è il “Naw Ruz” o festa del Nuovo Giorno, celebrazione che affonda le sue origini nel Zoroastrismo, viene chiamata anche festa di speranza e di rinnovamento e i suoi rituali durano circa 13 giorni sia in Persia che nei paesi limitrofi quali Azerbaijan, Afganistan, India, Turchia, Zanzibar, Albania, Asia Centrale e in molti altri ancora.

La popolazione da il benvenuto al nuovo ciclo purificando le case e saltando su falò allestiti nelle strade.
Per quanto riguarda le festività associate ai nostri paesi europei ci riconducono a tradizioni di origine pagana, per esempio le parole usate per descrivere la Pasqua sono Oster in tedesco ed Easter in inglese, che derivano a loro volta da “Eostre”, divinità norrena che è la rappresentazione della primavera.
Ostara è la festa che si celebra durante l’equinozio di primavera con i simboli del coniglio pasquale e le uova dipinte.

Secondo le tradizioni il coniglio o la lepre venivano donati alla Dea, secondo le fonti si trattava di una Dea lunare che aveva sposato un Dio solare, che per motivi non conosciuti morì proprio qualche giorno prima dell’equinozio di Primavera.

Il Dio solare poco prima della sua dipartita fecondò Eostre e attraverso il suo seme nove mesi più tardi, a Yule sarebbe ritornato a vivere come figlio e sposo della Dea.
Protagonista di una storia molto simile fu Cibele, identificata con Rea, madre di tutti gli Dei. Secondo alcune versioni Cibele era madre di Attis, mentre secondo altre fonti essi avevano rapporti amorosi; ad ogni modo Attis sposò una mortale, figlia del re di Pessinunte.

Durante le nozze Attis impazzì a causa di un’amante gelosa (che sembrerebbe essere stata Cibele stessa, secondo altre fonti si trattò di Agdistis, un demone bisessuale innamorato del giovane Attis), così salì sul monte e si tolse la vita.
Cibele piena di dolore intervenne per salvargli la vita, secondo alcune versioni Attis tornò in vita dopo tre giorni, in altre Cibele trasformò Attis in un abete, simbolo di vita eterna.

In ogni caso la dea della Terra istituì una cerimonia funebre proprio durante l’equinozio di primavera, dal 15 al 28 marzo.
I romani erano soliti celebrare i rituali di Morte e Resurrezione attraverso culti orgiastici con danze frenetiche accompagnate dal ritmo dei tamburi.
Da tenere in considerazione furono anche i riti di Morte e Resurrezione nei Misteri Eleusini, festeggiati nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi, dove venivano suddivisi in “piccoli misteri”, ossia rituali di purificazione che si svolgevano in primavera, attraverso una processione durante la quale si agitavano palme in onore di Persefone e Demetra.

Mentre nei “grandi misteri” che si svolgevano in autunno, si celebravano cerimonie dove venivano ammessi pochi adepti e simboleggiavano Persefone che tornava nell’Ade per partecipare nuovamente al Mistero della Morte e della Resurrezione.
La primavera è il momento in cui la Natura risorge a nuova vita, momento in cui ognuno di noi rinnova ancora una volta le promesse antiche con le divinità.

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui