In conseguenza all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili (Coronavirus), sono state poste in essere nell’ultimo anno, misure “straordinarie” finalizzate alla sospensione dei finanziamenti di famiglie e imprese.

A onor del vero già ante marzo 2020, sussistevano a livello nazionale normative che consentivano di avvalersi di tali strumenti in particolari situazioni, così come la maggior parte degli Istituti di credito comunque valutavano qualora i propri clienti non rientravano nelle casistiche normate, di concedere una sospensione banca.

Come sopra enunciato molti consumatori e molti imprenditori si sono avvalsi immediatamente di tale opportunità, considerando che l’emergenza si è protratta nel tempo, ed ancor oggi non si vede la luce in fondo al tunnel.

Ammontano a 300 miliardi le sospensioni e riguardano 2,7 milioni di soggetti: non son certo numeri di poco conto e pesano fortemente sul mercato e la querelle deve essere affrontata dal governo, dalle banche, dalle imprese e dai consumatori.
Non entriamo nel merito delle varie tipologie di sospensione, in linea di massima erano attivabili per 12 mesi: la stessa moratoria CURA ITALIA aveva scadenza originaria settembre 2020, prorogata successivamente a gennaio 2021 e con la Legge di Bilancio ora ha scadenza 30/06/2021, fatto salvo eventuali proroghe che possano in futuro essere determinate da nuove Leggi.
Dal mese prossimo cominceranno pertanto a rientrare in ammortamento del capitale le prime posizioni sospese: ma i debitori saranno in grado di riprendere ad onorare le rate? Ed in caso contrario come intervenire prima che si presenti il problema?
Perché tutto dipende da quando sono state richieste e son state deliberate.

Il presidente dell’ABI ANTONIO PATUELLI aveva lanciato l’allarme, indicando quanto fosse necessaria una progressività.
Il quadro è abbastanza complicato.

Dal primo gennaio sono entrate in vigore le nuove regole di classificazione delle posizioni inadempienti, meglio conosciuto come “default”: la nuova disciplina stabilisce criteri e modalità più stringenti rispetto a quelli sinora adottati dagli intermediari finanziari (si rimanda per l’approfondimento al documento Q&A sulla nuova definizione di default disponibile sul sito della BANCA D’ITALIA).

Contemporaneamente l’EBA ha fornito alcuni chiarimenti in tema di moratorie legislative e non legislative, spiegando come applicare le Linee guida sulle moratorie nella valutazione della classificazione delle tolleranze e come determinare gli obblighi finanziari relativamente alle moratorie, applicate ai prestiti, che superano il limite di 9 mesi, in quanto tale limite rischiava di vanificare tutto quanto di positivo si ottenuto con l’attivazione delle sospensioni dando respiro alla tensione finanziaria.

Ciò fornisce un quadro più chiaro agli intermediari finanziari per determinare se le moratorie si configurano come ristrutturazioni onerose, distressed restructuring, che determinano classificazione a inadempienza probabile, altrimenti detta “non-performing”.

Questo è il quadro normativo non ancora totalmente chiaro, in cui si devono muovere le banche.
E tali norme se applicate rigidamente, hanno la conseguenza negativa su tutti i soggetti coinvolti a maggior ragione sui consumatori e sulle imprese che si trovano a dover fare i conti con delle rate che in base alla propria situazione soggettiva, sanno già che non potranno onorare ma che necessitano di più tempo.

E gli Istituti di credito sono ben consci di tale situazione; già hanno iniziato a muoversi per evitare di dover intervenire successivamente quando il problema sarà evidente e conclamato e non si avranno spazi di manovra.

Non si può parlare di rientrare nella normalità d un pagamento, quando intorno a noi nulla è tornato alla normalità.
E considerando che ogni situazione è soggettiva e va valutata in quanto tale, perché non si può di far di tutta un’ erba un fascio, né si può nascondere la testa sotto la sabbia, o attendere che qualcosa accada, né tanto meno farsi travolgere dagli eventi per quanto questi non siano governabili, è quanto mai opportuno che ognuno interpelli il proprio istituto di credito per trovare insieme una soluzione.

A cura di Patrizia Ferro – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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