Bruno Caccia fu “nitido esempio di dedizione allo Stato, un uomo con la giustizia nel cuore”, come i suoi colleghi, dal procuratore generale Marcello Maddalena al procuratore capo Giancarlo Caselli, lo hanno ricordato in questi anni.
Dopo ben 32 anni dal delitto del procuratore capo di Torino, uno dei presunti assassini è stato arrestato dalla polizia. Si tratta di un uomo torinese di 64 anni, originario della Calabria, che faceva il panettiere alla periferia della città.
Bruno Caccia venne ucciso la sera del 26 giugno 1983 con 14 colpi di pistola mentre portava a spasso il suo cane sotto casa, a Torino. Per l’accaduto fu arrestato, nel 1993, il mandante del delitto, Domenico Belfiore, esponente di spicco della ‘ndrangheta in piemonte, poi condannato all’ergastolo e dallo scorso 15 giugno ai domiciliari per motivi di salute. Caccia stava indagando su numerosi fatti di ‘ndrangheta tra cui alcuni sequestri di persona.
L’inchiesta è stata coordinata dalla procura di Milano.