Pochi mesi e negli Stati Uniti si tornerà a votare per eleggere il quarantaseiesimo Presidente della storia di quello che è stato e rimane il Paese più potente del globo terrestre, con lo scontro tra il democratico Biden ed il “Capo” uscente, Donald Trump, il tycoon che un po’ a sorpresa si è aggiudicato la poltrona della Casa Bianca, prevalendo su quella che pareva dover diventare la prima donna a presiedere gli USA, Hyllary Clinton.

E’ un personaggio contraddittorio ed ambiguo, il Buffalo Bill della politica statunitense, spesso al centro di polemiche ed episodi mai cristallini, di uscite spesso al limite ed anche oltre del buon senso, di un comportamento politico che assomiglia molto a quello di molti dei nostri parlamentari, nelle parole come nei fatti.

Basterebbe infatti considerare le ambiguità del nostro protagonista, che grazie al potere del denaro ha appoggiato tanto i candidati democratici (sei volte), quanto quelli repubblicani (quattro), nella corsa alla Casa Bianca, oltre ad essere stato parte del Partito Riformista; il tutto sempre a seconda di quale fosse il proprio tornaconto del momento, perchè è praticamente impossibile pensare ad un Trump che non sia esclusivamente impegnato nel considerare il proprio egocentrismo ed il proprio impero finanziario.

Anche quella che è stata la campagna elettorale del 2016, lo ha visto confrontarsi usando sempre toni accesi, dileggiando la rivale, oltre all’usare mezzi poco leciti ed il suo peso finanziario per determinare situazioni che evidentemente hanno dato i frutti voluti, facendolo diventare la persona più potente al mondo.

Difficile esprimere se oggi negli Stati Uniti si stia meglio o peggio di cinque anni fa, bisognerebbe viverci per sapere esattamente qual è la situazione reale, così com’è difficile fare previsioni se sarà Trump a succedere a se stesso oppure dovrà abbandonare la Casa Bianca; se ci si dovesse rifare ai sondaggi odierni, ai numeri che ci arrivano, non dovrebbe esserci partita ed il Tycoon tornerebbe a fare il bullo solo come uomo d’affari, ma … con uno di questa risma anche l’imprevedibile non è mai impossibile.

Volendo fare una battuta, per Trump il Paese più vicino al suo modo di essere sarebbe l’Italia, pensando a quali e quanti volta gabbana sono protagonisti della nostra politica lui ci starebbe a pennello tra i “cazzari” che fanno bella mostra nel nostro stracolmo e sovrabbondante Parlamento; e mica sarebbe quello che grida di più e le spara più grosse, ma comunque un posto sul podio potrebbe sempre aggiudicarselo.

Magari studiando appena un tantino la rete stradale ed autostradale nazionale non uscirebbe con il traforo del Brennero, o potrebbe riuscire a mettere sulla testa di un muratore un cappello adeguato in meno di una giornata e, chissà potrebbe anche riuscire a prepararsi un mojito da solo anche dopo averne tracannati una decina, o magari andare da Roma a Milano per un aperitivo tra amici in piena pandemia e ritornare a casa senza essersi preso il Covid …. tanto lui si fa le infiltrazioni di candeggina!

Troppa roba? mah, chissà, in fin dei conti anche di lui si potrebbe dire che non ha bisogno di rubare perché di soldi ne ha già tanti…

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Getty

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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