Rinnovato a Roma il protocollo d’intesa, già sottoscritto nel 2020, tra la direzione centrale della Polizia criminale e il consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. All’accordo ha preso parte anche la Federazione nazionale della Stampa italiana.

La collaborazione tra il Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente d’informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, presieduto dal ministro dell’Interno e dal direttore centrale della Polizia criminale, consentirà l’individuazione di temi ed eventi di formazione comune e la corrispettiva protezione a fronte di aggressione, violenza e minacce rivolte ai professionisti dell’informazione. Il presidente dell’Organismo permanente, per l’occasione, ha rilevato come assistiamo, in modo particolare sulla Rete, a una polverizzazione delle notizie, spesso senza l’intermediazione professionale di un giornalista qualificato, problema questo che può creare disinformazione.

È convinzione comune che la sicurezza passi anche attraverso la comunicazione, che deve essere vera, tempestiva ed efficace. La collaborazione rinnovata aiuterà sicuramente le forze di Polizia sul come rispondere in modo adeguato ai bisogni dell’informazione e dei cittadini. In questa prospettiva, la formazione diventa un asse fondamentale per promuovere il rispetto della legalità a tutto campo. Pertanto, l’impegno da parte dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della Stampa italiana assume un’importanza fondamentale all’accrescimento della percezione di sicurezza da parte dei cittadini che hanno necessità e diritto di essere informati correttamente e, in ugual modo permetterà alle forze dell’ordine di avere una visione maggiore e approfondita dei temi più attuali.

Il primo semestre 2022 ha registrato un calo del 43 per cento degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti rispetto allo stesso periodo del 2021. Gli episodi sono stati in tutto 64, dei quali 8 riconducibili a situazioni di criminalità organizzata (12%) e 37 a contesti politico/sociali (58%). Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Puglia le regioni più interessate dal fenomeno. Roma, Napoli, Milano e Bari le città più “pericolose”.

Parte delle intimidazioni continua a viaggiare su web e social network: 18 gli episodi (pari al 28% del totale degli eventi), di cui 8 su Facebook e 5 su Instagram. Il 20% dei 64 casi censiti è stato commesso ai danni di sedi di redazioni giornalistiche, mentre l’80% degli atti intimidatori totali ha visto coinvolti 57 professionisti dell’informazione, di cui 16 donne (28%) e 41 uomini (72%). 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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