I social network sono insorti, anche se non sarebbe la prima volta che partono giudizi per nulla ponderati. In questo specifico caso tuttavia, la decisione presa dai servizi sociali inglesi di affidare una bimba cristiana ad una famiglia musulmana ha destato alcune perplessità.

Siamo in Gran Bretagna e la piccola, di cinque anni, è stata tolta ad una famiglia di fede cristiana e data in affido in sequenza a due famiglie di osservanza musulmana dove le donne hanno il volto e il corpo coperto da niqab e burqa e in cui pare che nessuno parli la lingua inglese.

Questo almeno è quanto sostenuto dal Times, che avrebbe anche chiesto spiegazioni ai servizi sociali di Tower Hamlets, che però si sarebbero rifiutati di discutere i dettagli del caso. Ora, a livello statistico, è molto frequente che un bambino appartenente ad una minoranza etnica venga affidato in un contesto familiare bianco e cristiano a causa del maggior numero di famiglie di questo tipo che hanno i requisiti e sono disponibili all’affidamento. Dunque, stupisce ulteriormente la scelta operata in questo caso. Anche perché le autorità che dispongono gli affidi, secondo la legge inglese, sono tenute a considerare “l’origine razziale e culturale e il background linguistico oltre che le convinzioni religiose” del bambino.

Sembra inoltre che gli affidi siano stati decisi contro il volere della famiglia originaria, ma non viene riportato nulla in merito alle ragioni per cui i servizi sociali abbiano deciso di allontanare la piccola dalla sua vera famiglia.

I rapporti delle autorità locali citati dal Times riferiscono che la bambina, durante una visita alla famiglia originaria, continuava a piangere e chiedeva di non essere rimandata nella prima famiglia, dove “non parlano inglese”. La madre della piccola, viene riportato al giornale britannico da un amico di famiglia, è inorridita “dall’ambiente alieno” dal punto di vista culturale, religioso e linguistico in cui la figlia ha trascorso gli ultimi sei mesi: “E’ una bambina bianca nata in questo paese, parla inglese come prima lingua, ama il calcio, possiede un passaporto britannico ed è stata battezzata in una chiesa. Ha già subito un grave trauma per la separazione dalla sua famiglia e ora si trova intrappolata in un modo dove tutto è estraneo e inconsueto.”

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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