Ricorre oggi il trentottesimo anniversario dell’assassinio di Giuseppe Fava, giornalista e scrittore, avvenuto la sera del 5 gennaio 1984 a Catania. Aveva parcheggiato la sua Renault 5 e stava per aprire lo sportello quando un killer sparò attraverso il finestrino: cinque proiettili calibro 7,65 lo raggiunsero al collo e alla nuca. A Catania Pippo Fava era diventato un giornalista scomodo, e attraverso i “Siciliani”, mensile da lui fondato appena un anno prima (gennaio 1983), conduceva imbarazzanti inchieste sull’intreccio tra mafia, affari e politica.

Solo nel 2003 fu sancita la matrice mafiosa dell’omicidio. Finirono all’ergastolo il boss Nitto Santapaola, come mandante, e Aldo Ercolano, l’esecutore. Inizialmente era stato derubricato a omicidio passionale e poi legato a motivi economici. All’epoca dissero che i proiettili che lo uccisero non erano usati dalla mafia. “La mafia a Catania non esiste”, annunciarono in varie occasioni le più alte cariche cittadine. Dopo la laurea in giurisprudenza, Fava iniziò la sua carriera giornalistica all’Espresso Sera nel 1956. Poi il trasferimento a Roma, dove condusse la trasmissione di RadioRai “Voi ed io”, e sempre nella Capitale collaborò con il Corriere della Sera e con Il Tempo.

Negli anni Ottanta tornò a Catania, dove diventò direttore del Giornale del Sud, un giornale coraggioso che denunciava Cosa Nostra, ma la permanenza di Fava non durò molto. Il giornalista fu, infatti, licenziato. Pippo Fava non si arrese e iniziò il suo progetto più ambizioso, “I Siciliani”, una rivista d’inchieste e reportage su attività illecite, imprenditori venduti, amministrazioni comprate. Celebre l’intervista con Enzo Biagi, nel corso della quale pronunciò parole lapidarie come queste: “Io vorrei che gli italiani sapessero che non è vero che i siciliani sono mafiosi.

I siciliani lottano da secoli contro la mafia. I mafiosi sono in parlamento, i mafiosi sono ministri, i mafiosi sono banchieri, quelli che in questo momento sono al vertice della nazione”. Otto giorni dopo, l’esecuzione davanti alla redazione del giornale. Giuseppe Enzo Domenico Fava, detto Pippo, nacque a Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa il 15 settembre 1925 e fu ucciso, per mano di Cosa Nostra, il 5 gennaio 1984. Nel gennaio 2010 è stato istituito – su iniziativa del Coordinamento Giuseppe Fava di Palazzolo Acreide – un premio riservato alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, che vede impegnati gli studenti con diverse tipologie di lavori contro tutte le mafie. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Live Sicilia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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