PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO

Gli stronzi si vedono nel momento del virus!
Da quando è scoppiata l’epidemia, si sono impennati pure casi di usura, e prestito in nero.
Le famiglie si indebitano per 20-50 mila euro.

Il coronavirus non sta minando solo la salute, e l’allarme arriva dal fronte economico- sociale.
Un Sos lanciato a gran voce dall’Ambulatorio Antiusura Onlus.
I dati ci dicono, che nel recente decennio di crisi economica, il fenomeno del prestito in nero è cresciuto esponenzialmente: i fallimenti delle aziende, e alcuni indicatori social sono stati un chiaro segnale di un rapporto tra privati, famiglie, e criminalità.

Si calcola che le cifre da restituire alla malavita si aggirino intorno ai 200.000 euro per ditta, mentre il rischio usura cresce del 20% ogni anno.

In testa alle città più usurate ci sono Roma e Milano.

E in Italia sta per diffondersi un nuovo virus, la fame. – Al Sud si accendono i primi roghi di proteste, e la Sicilia è la regione da cui divampano i focolai.
E, ahimè questa volta non si tratta di Covid-19, anche se è dalle misure del governo, adottate per tamponare il contagio, che si innesca il tutto: a Palermo, nei quartieri popolari, in molti chiedono cibo, in tanti cominciano ad avere serie difficoltà a mettere in tavola il pranzo e la cena.
Lo dimostra anche l’assalto ad alcuni ipermercati presidiati dalle forze dell’ordine.
Sorvegliati come se si trattasse dei caveau di una banca, dove a dover proteggere non sono i lingotti d’oro, bensì gli scaffali ripieni di pasta, olio, biscotti e latte.

Questo è ciò che inizia a mancare, il cibo.
Per le fasce più deboli, quelle maggiormente esposte dagli effetti collaterali della tempesta sanitaria, il problema è reale.
Nella provincia del capoluogo siciliano, secondo uno studio della Cgil, un lavoratore su tre è in nero.
I divieti imposti per fermare il contagio hanno quasi atterrato economicamente tutte quelle persone che sbarcano il lunario vendendo frutta e verdura nei mercati rionali.
A Palermo sono più di 1000 le famiglie che nelle ultime 48 ore hanno chiesto di accedere all’assistenza alimentare del comune e della Caritas. E il dramma siciliano rischia di espandersi anche nel resto del Paese dove lavorano senza contratto circa 3 milioni e 300 mila persone.

Un pensiero speciale vada alle famiglie che già soffrono la fame, una delle conseguenze della pandemia”
Lo ha detto Papa Francesco nella messa a Santa Marta.
Piazza San Pietro era deserta, avvolta in una pioggia leggera, cupa, e appena rischiarata dalle luci led del Colonnato.
La tempesta virale ha smascherato la nostra vulnerabilità e ha lasciato scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti.

E’ ora di entrare in un nuovo tempo, che conduca a comprendere cosa conta e cosa no, ed è ora di abbracciare la “solidarietà”.
“Questa è la forza di Dio, dice il Pontefice, volgere al bene tutto quello che ci capita”.
E in Italia non si canta più’ dai balconi, in molti hanno proprio finito i soldi, e vorrebbero mangiare!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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