L’Istat ci ripensa e rivede al rialzo il Pil italiano del primo trimestre, con il dato congiunturale che è passato da +0,4% a +0,5%, mentre il secondo trimestre è stato corretto al ribasso, da +0,4% a +0,3%. Questi aggiustamenti “si compensano”, tanto che la crescita acquista per il 2017 resta la stessa (+1,2%).

Per quanto riguarda l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil nel secondo trimestre del 2017, esso è stato pari al 0,5%, in lieve peggioramento sul corrispondente trimestre del 2016 (0,4%).

Dati negativi sul fronte del risparmio delle famiglie – inteso come rapporto tra quanto viene messo da parte e reddito lordo disponibile – che nel secondo trimestre del 2017 è stato pari al 7,5%, con una diminuzione di 0,2 punti sul trimestre precedente e di 1,5 punti su base annua. Questo è il livello più basso dal dalla fine del 2012. In termini congiunturali, l’Istituto Nazionale di Statistica riporta come questo “derivi da una crescita della spesa per consumi finali più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito”.

Il potere d’acquisto delle famiglie – che sarebbe il reddito reale – nel secondo trimestre del 2017 è rimasto fermo rispetto al trimestre precedente, mentre è sceso dello 0,3% su base annua. L’Istat spiega come il dato risenta della “risalita dell’inflazione”.

Infine, la pressione fiscale nel secondo trimestre del 2017 è stata pari al 41,8%, invariata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui